Papa Francesco, il perfetto esempio di propagandista filo-russo
Dopo quasi 20 mesi di invasione russa in Ucraina, con migliaia di atrocità e crimini di guerra, stupri, rapimenti di minori, omicidi e centinaia e centinaia di km quadrati letteralmente rasi al suolo da parte dell’esercito del cremlino, qualcosa deve essere sicuramente sfuggito a Papa Francesco e agli alti papaveri del Vaticano.
Quando la realtà supera l'immaginazione, le parole di Papa Francesco a San Pietroburgo
Se potevamo già trovare inopportuno l’intervento del Papa in videocollegamento con i giovani cattolici russi a san pietroburgo, quello che è uscito dalla sua bocca ha dell’incredibile e certifica ufficialmente la sua posizione in questa guerra, superando di gran carriera i volti noti della propaganda russa italiana che vediamo ogni sera nei talk show nostrani e sposando appieno la linea dura e pura del cremlino (che non ha perso tempo a complimentarsi con lui per le sue parole di supporto).
Dopo il solito panegirico da catechismo domenicale, Papa Francesco si è lasciato sfuggire una frase che identifica appieno la sua posizione. Citiamo testualmente le parole dal video che possiamo trovare su Corriere.it: “Non vi dimenticate della vostra identità. Voi siete eredi della grande russia, la grande russia dei santi, dei re, la grande russia di Pietro il Grande, di Caterina II. Quell’impero russo grande e colto, di tanta cultura, di tanta umanità, non vi liberate mai di questa eredità. VOI SIETE GLI EREDI DELLA GRANDE MADRE RUSSIA. Andate avanti con quello e grazie, grazie per il vostro modo di essere, per il vostro essere russi“. Dobbiamo aggiungere altro? Solo Olga Skabeeva e Vladimir Soloviev (due tra i più famosi propagandisti dei media controllati dal cremlino) potrebbero arrivare a tanto.
Le critiche alla propaganda russa di Papa Francesco e la goffa risposta del Vaticano
Immediate e giustificate sono arrivate le accuse degli organismi governativi ucraini, che hanno accusato di propaganda russa il Papa. Le sue parole sono oggi inaccettabili e giustificano quindi i massacri russi in Ucraina.
Poi, proprio come succede in russia, arriva la smentita puntuale da parte dei vertici del Vaticano: No, il papa non ha mai fatto propaganda per il cremlino. Ed in effetti andando a vedere la trascrizione dell’intervento di Papa Francesco al forum russo di San Pietroburgo pubblicata sul sito ufficiale del vaticano sembrerebbe proprio così. Peccato che il trascrittore abbia accidentalmente evitato di riportare la parte finale che vi abbiamo scritto poco sopra e che è riportata in video dal sito del Corriere della Sera e che vi invitiamo ad ascoltare per rendervi conto con le vostre orecchie cosa è stato capace di dire il caro Papa.
Altri esempi di propaganda russa da Papa Francesco
Il problema è che questo non è un semplice sproloquio da parte di un anziano poco informato, le sue parole sono una scelta ben precisa, come furono le parole di Berlusconi pochi mesi prima della sua morte in un intervento a Porta a Porta da Bruno Vespa: “Putin è stato spinto a invadere l’Ucraina per sostituire Zelensky con un governo di persone perbene“. La demenza senile c’entra solo fino a un certo punto conoscendo il solido legame tra putin e Berlusconi.
All’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, lo stesso Papa Francesco volle far percorrere la Via Crucis del 2022 da una donna russa e una donna ucraina a sorreggere insieme la croce di Cristo. Allo stesso modo sempre nella Via Crucis del 2023 di Roma venne deciso di far leggere due testi scritti da un russo e da un ucraino, come per dire, siamo uguali, siamo fratelli. Ma vi pare? Ancora con questa retorica da chierichetti? Nel 2023 non ci possiamo aspettare qualche ragionamento un po’ più complesso?
A cosa mira la propaganda russa
Anche senza citare la “grande madre russia” Papa Francesco camminava già su una linea molto sottile tra propaganda e ipocrisia. Le preghiere per il martoriato popolo ucraino che per mesi si è ostinato ad invocare dal balcone di Piazza San Pietro a Roma non hanno avuto lo stesso effetto degli Himars, ci dispiace doverglielo fare notare, e tutte queste posizioni ambigue non hanno fatto altro che influenzare migliaia di fedeli che ora invocano una pace ad ogni costo, ovviamente non trattandosi delle loro vite in gioco.
La propaganda del cremlino in occidente mira proprio a questo, a creare un dissenso tra i cittadini tale da influenzare le decisioni dei governi, finora ben saldi (anche se con qualche turbolenza) nel loro supporto all’Ucraina. Una pace ad ogni costo porterebbe solo al congelamento dei confini dei territori finora occupati illegalmente dai russi, certificando l’uso della violenza cieca per espandere la propria influenza politica e per fare cassa saccheggiando intere nazioni.
Essere cattolici durante la guerra
Ci auguriamo che essere cattolici in questi anni di grandi sommovimenti geopolitici non sia un limite, ma una spinta alla ricerca di una pace veramente giusta, dove l’aggredito non diventi l’aggressore e viceversa, dove le parole di un ultra ottantenne non siano date per la verità assoluta, ma che possano essere messe in discussione alla luce degli avvenimenti, in libera coscienza e con spirito critico.
Stoltenberg e Macron hanno cambiato il linguaggio della guerra. Vincendo. Se prima non si volevano dare nemmeno le armi a corto raggio a Kyiv ora la musica è cambiata.
C'è chi espone la bandiera palestinese sui luoghi simbolo, chi discute di farlo, chi ne apprezza il gesto. Manca però chi vuole esporre la bandiera ucraina.
Se l'occidente unito avesse rimosso i limiti di utilizzo alle armi fornite a Kyiv non saremmo qui a parlare di terza guerra mondiale.
Il mondo è cambiato, è inutile cercare di restare alle stesse regole pre-COVID e pre-guerra, ci faranno solo essere le vittime sacrificali dei nuovi regimi, che stanno osando sempre di più.