Stop alle auto dalla russia in UE
Le sanzioni introdotte dall’UE alla russia per la brutale aggressione ai danni dell’Ucraina sono da sempre tema di dibattito, chi dice che non funzionano (falso), chi dice che sono esagerate (filorussi), chi dice che non sono sufficienti. Una cosa è certa, funzionano e stanno logorando in profondità, anche se pur lentamente, il tessuto economico e sociale russo. Certo ci aspettavamo un crollo verticale della russia sotto le martellate delle sanzioni, ma i ragionamenti logici in fatto di economia e sociologia non possono essere applicati ad uno stato terrorista dove le elezioni sono un puro esercizio di stile e la cui popolazione è tenuta in uno stato di incoscienza e povertà tale da poter sopportare di tutto. E’ difficile togliere qualcosa a chi non ha niente. Le uniche voci ragionevoli e fuori dal coro o sono in carcere o sotto tre metri di terreno.
La popolazione russa infatti non sembra aver accusato così tanto il colpo e a tutti è capitato di vedere nelle nostre città o in luoghi vacanze famiglie russe tranquillamente in libera uscita come se niente fosse. Qualcosa però sta piano piano cambiando.
Sequestro immediato per le auto immatricolate in russia
Un’aggiornamento del regolamento UE 833/2014 in tema di sanzioni sui beni russi è stato emesso il giorno 11 Settembre 2023 e fornisce una direttiva precisa agli stati membri dell’Unione Europea: tutte le auto immatricolate in russia di ogni cilindrata e per ogni uso (sia privato che business) vanno poste in stato di fermo.
La nota è chiara e lampante e i primi stati di confine europeo stanno già mettendo in pratica questo regolamenti. Polonia e stati baltici hanno preso la palla al balzo e hanno già confermato l’applicazione della normativa, le loro dogane sono già in azione.
La norma si applica anche alle auto già all’interno del territorio UE.
Anche laptop, smartphone e vestiti nell'elenco dei beni sanzionati
Se la norma fosse applicata nella maniera più rigida, un cittadino russo fermato alla dogana dovrebbe consegnare al personale quasi ogni bene in suo possesso. Infatti anche abiti, prodotti tecnologici (come smartphone e laptop) e gioielli sono merce sanzionata e non potrebbero essere introdotti in Unione Europea anche se ad uso personale (trovate qui il regolamento ufficiale e tutta la lista dei beni sottoposti a sanzione). Ovviamente questa nota lascia molto spazio all’interpretazione del singolo stato UE e, purtroppo, non crediamo che per queste tipologie di prodotti verrà applicata severamente.
Resta però la soddisfazione che si sta intraprendendo un primo passo per rendere sempre più difficoltoso ai russi di entrare all’interno dei nostri confini.
Cittadini russi in UE, un pericolo troppo sottovalutato
Non si è mai parlato abbastanza di quanto la circolazione dei russi negli stati dell’Unione Europea fosse pericolosa, almeno fino al 24 Febbraio 2022, quando il mondo civile intero ha aperto gli occhi di fronte all’enorme quantità di spie che si erano introdotte nella nostra società e di quanti danni avessero provocato alle nostre democrazie.
Esiste però anche un fattore etico. Con quale stato d’animo un cittadino ucraino può vivere la presenza di russi nelle nostre città, sulle nostre spiagge, nei nostri luoghi di vita quotidiana? Quanti russi favorevoli alla guerra in Ucraina, quando non direttamente tornati dal fronte in licenza, sono stati a pochi centimetri da qualcuno che in questa tragedia ha perso amici e familiari?
Conosciamo benissimo anche la maleducazione e l’inciviltà di un popolo che ha fatto spesso delle nostre città il loro parco divertimenti, sbandierando una superiorità a colpi di rubli in nome di un suprematismo russo illogico e sanguinario. Quanto ancora dobbiamo sopportare questo?
Ricordiamo che i cittadini russi NON SONO INNOCENTI. Sono parte della macchina di guerra e propaganda del cremlino, anche se condizionati da una informazione a senso unico si sono conformati come pecore ad ogni abuso perpetrato dal criminale internazionale putin. La colpa collettiva è un crimine vero e proprio, non è astrazione.
Russi in Unione Europea, un primo passo, ma ancora troppo poco
Il problema della circolazione dei russi in UE è ancora un tema caldo, sicuramente il primo passo verso maggiori restrizioni è stato fatto, ma non basta, bisogna aumentare la pressione, bisogna far sentire anche al cittadino russo che questa guerra riguarda anche lui, perchè a quanto pare anche se quasi ogni notte i droni volano sopra le loro teste, pare che non se ne siano accorti.
Auspichiamo che questa integrazione al regolamento sulle sanzioni europee sia applicata in modo serio da tutti gli stati europei e ci aspettiamo che non finisca qui, anche se le nostre democrazie faticheranno non poco in termini legali ad approvare leggi che ne sospendano totalmente la circolazione. E’ il risvolto della medaglia per chi si trova a vivere in un paese democratico che deve rispettare determinati standard legali, anche di fronte ad una minaccia che di leggi e del giudizio internazionale se ne frega altamente.
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