La città di Milano in mano ai russi
Ovvero di come la città di Milano è riuscita a riabilitare il terrorismo russo e la sua propaganda anti occidentale nel giro di 24 ore.
Tra soprani propagandisti, caviale russo e bandiere della palestina
Se fino a poco tempo fa potevamo parlare di Milano come forse l’unica città italiana moderna non solo per i suoi servizi ma anche per la sua mentalità, nel giro di 24 ore è riuscita nel difficile intento di dare voce e spazio dai suoi luoghi più prestigiosi alla propaganda russa anti ucraina e anti occidentale, cancellando con un colpo di spugna ogni tentativo di resistenza e consegnandosi con mani e piedi legati all’asse del terrore mosca-hamas-teheran.
La soprano Netrebko protagonista alla prima del Teatro alla Scala di Milano
Ormai non regge più la solita storia inventata che “sport e cultura non c’entrano niente con la guerra”. Sono vere e proprie armi di propaganda. La storia non l’avete letta? Non siete andati a scuola?
La sera del 7 Dicembre 2023 si è tenuto l’evento culturale italiano più importante dell’anno, la prima del Teatro alla Scala di Milano. Personalità politiche e culturali di tutto il mondo si contendono un posto in prima fila per presenziare a questo appuntamento, gli occhi della cultura italiana sono tutti rivolti su questo teatro ogni 7 Dicembre.
Peccato che quest’anno la parte di soprano sia stato affidata a Anna Netrebko, artista legata al cremlino. Insomma, una propagandista russa nel tempio della cultura italiana. La stessa Netrebko nel 2015 posò con una bandiera dei separatisti del Donetsk. Complimenti.
Anna Netrebko dal giorno dell’invasione su vasta scala della russia in Ucraina si è comportata esattamente come tutti i russi che fanno affari in occidente, uno schema in tre fasi ben collaudato:
Fase 1: silenzio. Non dire niente che magari nessuno si accorge che sono russo.
Fase 2: il comunicato in cui si prende distanza dalla guerra in Ucraina (senza però condannare l’aggressione russa o il criminale internazionale putin) per non perdere gli ingaggi in occidente e ovviamente in russia. “Ho molti amici in Ucraina, soffro per quello che succede, speriamo finisca presto” (che sono quasi testualmente le parole affidate a un comunicato da Netrebko).
Fase 3: ritorno alla vita e agli impegni in modo normale come se nulla fosse successo anche se in Ucraina c’è un vero e proprio inferno causato dalla russia.
Ma non vogliamo parlare di Netrebko e dei vari propagandisti russi richiamati ad un ruolo di spicco in Italia. Vogliamo invece chiedere alle istituzioni culturali di Milano: era davvero necessario ingaggiare una soprano russa? Non c’era davvero nessun altro? Se non è connivenza con il sistema marcio e corrotto del cremlino questo allora non sappiamo davvero come chiamarla. Vi importa così poco che la cultura e lo sport russi siano utilizzati come principale mezzo di propaganda proprio contro voi stessi?
Ormai non regge più la solita storia inventata che “sport e cultura non c’entrano niente con la guerra”. Sono vere e proprie armi di propaganda. La storia non l’avete letta? Non siete andati a scuola? Non vi hanno mai parlato dell’importanza del ministero della propaganda di Goebbels durante il Terzo Reich? Ma di cosa stiamo parlando. Siamo in guerra, o siete a favore o siete contro. E in questo caso specifico direi proprio che siete a favore.
Bandiere della Palestina davanti al Teatro alla Scala di Milano
A margine della prima del Teatro alla Scala è stata anche srotolata una bandiera gigante della Palestina da parte di un gruppo di manifestanti che chiedevano lo stop alle operazioni di Israele con i soliti slogan finto-pacifisti ma imbevuti di propaganda anti semita e anti occidentale. Cosa è stato fatto in questo caso? Niente. Sono stati tutti a guardare che almeno non sporcassero i palazzi. I cartelli “Stop Genocidio” ovviamente rivolti a Israele, non ai terroristi anti semiti di hamas.
In questo modo il quadro sembrava completo: cultura russa all’interno del teatro e propaganda pro-hamas fuori. Sembrava tutto perfetto, ma a quanto pare non bastava.
Bancarelle russe ai mercatini degli Oh Bej Oh Bej a Milano
La ciliegina sulla torta è arrivata con i famosissimi mercatini degli Oh Bej Oh Bej in Piazza Castello a Milano. Tra gli stand di questa fiera tradizionale della città milanese infatti sono stati concessi spazi per alcune bancarelle di prodotti russi dove matrioske, vodka e caviale fanno bella mostra. Ora il quadro è completo, la riabilitazione dei russi è stata terminata. Non c’era davvero nessun altro stand disponibile? Il mercatino degli Oh Bej Oh Bej del 2023 è stato anche notevolmente ridotto rispetto agli scorsi anni a causa dei lavori stradali nell’area ad esso destinata, sono stati tagliati altri stand, ma quello russo a quanto pare era fondamentale. Andiamo bene.
Milano, una città dove è facile sentire parlare russo
Ora si è davvero esagerato e temiamo che per Milano non ci sarà una via d’uscita facile fino a che i vertici della città stessa non faranno pace con i loro errori e prenderanno seriamente la minaccia russa.
Milano da sempre è una città che ha una particolare attrattiva per i turisti russi a causa della forte presenza di boutique di moda con i più importanti brand mondiali. Neppure quando si credeva che la guerra e le sanzioni avrebbero allontanato i cittadini russi dalla città non si è smesso un secondo di sentir parlare russo tra le sue strade. E va bene, lo abbiamo accettato e abbiamo tirato avanti. Anche quando invece che una manifestazione pro-Ucraina era stata organizzata in grande stile una manifestazione di pacifisti piena di sigle di partito e associazioni filo-putin siamo stati zitti e abbiamo proseguito per la nostra strada. Ora si è davvero esagerato e temiamo che per Milano non ci sarà una via d’uscita facile fino a che i vertici della città stessa non faranno pace con i loro errori e prenderanno seriamente la minaccia russa.
Ma quello che sta succedendo oggi a Milano, lasciatecelo dire, è pazzesco.
Anonymous colpisce i propagandisti di Democrazia Sovrana e Popolare, colpevoli di aver patrocinato il film russo Il Testimone.
Lettera aperta al sindaco di Milano in riferimento all'evento "Darya Dugina e il Donbass" previsto per il giorno 14 Gennaio 2024 a Milano.
Propagandisti Z e anti occidentali che piangono invocando la censura politica dei loro eventi filorussi. Ma l'Italia è un paese atlantista ed europeo, non la chiamerei censura, semmai applicazione delle regole.
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