EVENTO ANNULLATO. Il pianista filo-russo Romanovsky a Roma, la propaganda mascherata da cultura
Dopo le polemiche per l’esibizione di Padova, il pianista filorusso Alexander Romanovksy è stato invitato ad esibirsi addirittura all’Università La Sapienza di Roma il 23 Gennaio 2024. L’evento si trova sul sito dell’Istituzione Universitaria dei Concerti, organizzatrice degli eventi concertistici all’Università La Sapienza di Roma.
Suonò per i russi a Mariupol, ora suonerà per i filorussi a Roma
Più che per la sua musica, Alexander Romanovksy è diventato tristemente celebre per aver suonato il piano in onore dell’esercito russo a Mariupol, la città martire ucraina, di fronte al teatro bombardato dai russi stessi in cui persero la vita centinaia di persone intrappolate tra le macerie. Quei cittadini ucraini si trovavano all’interno del teatro per difendersi proprio dai missili russi ed invece hanno trovato la morte. Nonostante tutto questo, Romanovsky ha avuto il coraggio di suonarci davanti per gli occupanti senza alcun rispetto per le vittime innocenti e per la città stessa di Mariupol, devastata dall’esercito del criminale internazionale putin.
A quanto pare gli organizzatori degli eventi dell’Università La Sapienza di Roma non amano molto informarsi sull’attualità, perchè, diciamo noi, se non ti informi oggi sulla guerra in Ucraina su che cosa vuoi informarti, e hanno deciso di invitare Romanovsky sul loro palco, nella capitale d’Italia. Il fatto che sia una sede istituzionale del comune di Roma ad ospitare questa esibizione è un fatto gravissimo a cui bisogna porre un rimedio.
Come si possa oggi prendere una simile decisione è un mistero che non riusciamo a risolvere. Sembra quasi fatto apposta per farti gridare allo scandalo, per farsi ricoprire dalle polemiche. Qualcuno ancora forse crede che l’aforisma “Che parlino bene o parlino male, l’importante è che di me parlino” e che la cattiva pubblicità sia pur sempre pubblicità. Chiedete se è così a quegli avvocati specializzati nella rimozione di contenuti sgraditi sul web se la pubblicità negativa ai loro cliente abbia poi fatto così bene agli affari e alla reputazione. Ma così è che noi lo vogliamo o no. Vorrà dire che combatteremo anche questa battaglia.
La propaganda russa mascherata da cultura
Questo 2024 sarà in occidente un anno davvero intenso per la lotta alla propaganda russa. Le elezioni in Unione Europea e negli USA sono già nel mirino dei propagandisti del cremlino e la cultura viene utilizzata dai russi proprio come strumento principale.
Gli spettacoli del Moscow Ballet organizzati in Italia, così come le proiezioni programmate del film russo di propaganda “Il testimone” fanno tutti parte di un progetto ben preciso: riabilitare e normalizzare i rapporti con la russia, nonostante a pochi chilometri da casa nostra stia radendo al suolo intere città infliggendo torture e violenze alla popolazione ucraina.
Chi vuole lasciare fuori la cultura dalla lotta di propaganda è davvero uno sprovveduto, se abbassiamo la guardia e accettiamo di applaudire i russi e la loro “grande cultura” a breve avremo i loro tank dentro i nostri confini, ma senza bisogno di sparare nessun colpo, li inviteremo ad entrare. Solo allora capiremo cosa sia veramente la cultura russa: Bucha, Irpin, Mariupol, le fosse comuni, gli stupri e le deportazioni. Forse non applaudiremo più così tanto.
Anche lo spettacolo di Romanovsky all’Università la Sapienza di Roma fa parte di questo progetto propagandistico, non abbassiamo la guardia, facciamo sentire il nostro sdegno e combattiamo per bloccare ogni genere di propaganda, per salvare le nostre democrazie e la nostra libertà.
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