Cari propagandisti Z, censura e libertà di espressione sono cose ben diverse
I piagnucolii delle associazioni che si sono viste annullare gli eventi di propaganda russa rasentano il ridicolo invocando la censura alla loro libertà di espressione, ma questi sono due concetti che, anche nelle lacunose interpretazioni giuridiche, sono ben lontani dalla realtà delle cose.
Libertà di espressione non è libertà di disinformare
La libertà di espressione è sacrosanta in democrazia, ma è una cosa ben diversa dalla libertà di disinformare. La tesi di uno scienziato affermato non può essere messa a parità di quella di un terrapiattista su argomenti scientifici, tanto per intenderci.
Nei terribili anni delle fake news e della post verità (non è successo veramente, ma sarebbe potuto accadere, ergo è vero) l’opinione pubblica non è mai stata così divisa e male informata. E’ facile per i meno digitalizzati incappare in qualche sito o profilo social che propugna falsità e punti di vista faziosi e non riconoscere qual è il confine tra una menzogna e la verità. Migliaia di persone lo hanno sperimentato durante la pandemia di Covid-19 e qualcuno ci ha rimesso la pelle a causa della disinformazione sull’efficacia dei vaccini. Ora con la guerra in Ucraina i No Vax e i No Mask, dopo una breve parentesi da “Non pago le bollette a causa degli aumenti”, si sono buttati a capofitto nel negazionismo più pericoloso sull’aggressione russa all’Ucraina. Da Gennaio 2024 in Italia abbiamo avuto una escalation alquanto preoccupante nell’organizzazione di eventi di matrice filorussa. Convegni, eventi con soggetti sotto sanzione (vedi alla voce Dugin) e proiezioni di film realizzati in russia per diffondere il capovolgimento della verità sulla guerra in Ucraina. Buona parte di questi eventi sono stati annullati (e ci mancherebbe altro) tra le immancabili polemiche delle associazioni filorusse e antioccidentali, subito pronte a piagnucolare invocando il loro leso diritto di libertà di espressione.
La libertà di espressione è sacrosanta in democrazia, ma è una cosa ben diversa dalla libertà di disinformare. La tesi di uno scienziato affermato non può essere messa a parità di quella di un terrapiattista su argomenti scientifici, tanto per intenderci.
Il caso del tour italiano del film russo di propaganda Il testimone ne è un esempio lampante. Il film è stato prodotto in russia, finanziato dal ministero della cultura russa in uno dei tanti tentativi di ribaltare la narrazione ufficiale (che abbiamo visto tutti con i nostri occhi essendo la guerra in Ucraina quella più documentata di tutta la storia). L’invasione con i tank di uno stato sovrano, i missili su ospedali e infrastrutture civili da parte della russia è accertata. I crimini di guerra, gli stupri, le deportazioni di minori, le torture e le uccisioni a sangue freddo sono fatti certificati. Proporre un film in cui si racconta che i militari ucraini sono tutti nazisti abituati a perpetrare violenze inaudite alla loro popolazione e che i russi in fondo hanno fatto bene ad invadere l’Ucraina per riportare la pace e la serenità in un paese in mano ai criminali, perdonatemi, non è libertà di espressione, ma è pura e semplice propaganda di regime, la stessa che esce dalle bocche del criminale internazionale putin e dai suoi sgherri. Propaganda ad uso e consumo dell’occidente (in russia il film è stato un flop clamoroso), false informazioni per dividere l’opinione pubblica e per limitare così gli aiuti militari all’Ucraina.
Disinformare per ribaltare la realtà a proprio beneficio è un concetto lontanissimo dalla libertà di espressione. Se poi ci mettiamo il fatto (e questo è un fatto, non un’opinione astratta) che sul profilo X (ex Twitter) dell’associazione filorussa che sta cercando di portare questo film in giro per l’Italia campeggia una bambina russa con una maglietta con la famigerata Z, la svastica del nuovo millennio, possiamo facilmente tirare le somme. Non è proporre un diverso punto di vista rispetto alla narrazione occidentale della guerra, è solo un goffo (ma pericoloso) tentativo di inquinare il dibattito pubblico con la propaganda di uno stato terrorista che l’Europa e l’occidente libero sta combattendo. Ricordiamo ai più smemorati che il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione in cui si dichiara la russia uno stato terrorista. Dovremmo quindi importare a cuor leggero le bugie di uno stato terrorista? Accettare che tutti i cittadini d’Italia siano liberi di scegliere la propria versione tra un fatto reale e una totale falsità? La risposta la sapete già.
Propagandisti Z non piangete, questa non è censura
Quindi ricapitoliamo: no, Obama e Hillary Clinton non bevono il sangue di bambini e no, la russia non sta salvando l’Ucraina da un governo nazista.
L’intervento dei sindaci e delle amministrazioni comunali sollecitate da associazioni e gruppi politici in alcuni casi (non tutti purtroppo) ha portato alla cancellazione di tanti eventi filorussi in Italia, ma non la chiamerei censura, semmai rispetto per il popolo ucraino che sta combattendo e soffrendo per la propria libertà e per la nostra. Sarebbe stato un fatto molto più grave se mai nessun ente, pur sollecitato da tanti attivisti, non si fosse preso l’impegno di verificare il contenuto di certi eventi di propaganda. Le richieste di annullamento e le prese di distanza da questi tentativi di diffusione di disinformazione filorussa devono essere visti come un modo di tutelare i propri cittadini da un pericolo ben più grande, un modo per dimostrare vicinanza anche ai migliaia di ucraini sfollati dalla loro patria nelle nostre città per ripararsi dalla barbarie russa. E’ una guerra, bisogna parteggiare per qualcuno e l’Italia il 24 Febbraio 2022 ha scelto di stare dalla parte degli aggrediti, fatevene una ragione.
E’ esattamente come con la pandemia di Covid-19: la salute pubblica è stata salvaguardata dalle tesi strampalate di una minoranza che ha spesso parlato a sproposito, dalle tesi di qualche ex medico cacciato dall’ordine, da qualche scienziato mitomane e da altri accalorati seguaci di teorie complottiste. Se dovessimo concedere le luci della ribalta ai complottisti di QAnon, che negli USA vanno forte, dovremmo accettare il presupposto che Obama e Hillary Clinton si ritrovino insieme ad altri democratici a bere il sangue dei bambini (per l’adenocromo, ovvio). Non vi pare esagerato parlare di censura alle tesi di QAnon? Più che censura lo definirei buon senso. Lo stesso buon senso deve sempre essere applicato contro la propaganda russa.
Quindi ricapitoliamo: no, Obama e Hillary Clinton non bevono il sangue di bambini e no, la russia non sta salvando l’Ucraina da un governo nazista.
ps: i seguaci di QAnon negli USA sono tutti pro-Trump. Trump è pro-Putin. Non fa una piega.
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