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Il coraggio e la vergogna

Mentre i cittadini ucraini nella Berdyansk occupata danno il buon esempio, noi in Italia diamo ovviamente il nostro peggio presentando liste per le elezioni europee anti-ucraine.

Il coraggio

Il coraggio oggi è quello ripreso in un video postato da Al Jazeera dei residenti nella Berdynask occupata dagli orchi russi che Domenica 17 Aprile si sono raggruppati davanti al seggio elettorale per gridare “andate a casa, Zelensky è il nostro presidente!“. Manifestare queste parole sotto occupazione, tra soldati con il mitra e veicoli militari con il famigerato simbolo “Z” non è solo coraggioso, è eroico. Dopo due anni di occupazione, morte e paura, la resistenza ucraina di Berdyansk non è stata annichilita, ma è ancora lì, sta solo aspettando il momento opportuno per uscire in tutta la sua forza. E il momento arriverà.

Il coraggio oggi è quello dei soccorritori di Odessa che dopo l’ennesimo disastro umanitario causato dai missili russi hanno scavato per ore sotto le macerie per trovare segni di vita, trovando troppo spesso invece segni di morte.

Il coraggio oggi è quello dell’esercito ucraino che su tutto il fronte di guerra sta respingendo gli assalti dei terroristi russi risparmiando ogni singolo proiettile a causa del disimpegno USA e dei ritardi cronici europei nella fornitura di assistenza militare.

Il coraggio di oggi è la resistenza, quella vera, indomabile, del popolo ucraino.

Qui il video tratto dal canale Youtube di Al Jazeera delle proteste di Berdyansk.

La vergogna

Oggi che il fascismo in Italia è ormai tristemente sdoganato e dirsi fascista non fa più scandalo, la nuova vergogna è proprio quella di essere pro-putin ma di non volerlo ammettere

La vergogna è una questiona privata invece, una questione tutta italiana. E’ la vergogna della presentazione della lista anti-ucraina di Michele Santoro per le elezioni europee. La vergogna è non chiamarla con il proprio nome, ma come al solito nascondere la verità dietro la parola “pace”.
La lista chiamata “Pace terra e dignità” (così, di botto, senza senso) presenta tra le sue file non i pacifisti, ma proprio i filorussi anti-ucraini di casa nostra.
Volete qualche nome?
Tralasciando il capolista Michele Santoro di cui conosciamo ahinoi già vita morte e miracoli, troviamo: 
Maurizio Acerbo, negazionista dell’Holodomor. In un suo articolo su rifondazione.it scrisse “La tesi dell’Holomodor è stata contestata dai più autorevoli storici dell’URSS a livello internazionale” […] “Ovviamente parliamo degli storici non legati ai centri ucraini sponsorizzati da USA”. Il resto lo trovate nell’articolo.
Marta Grande, ex M5S che citò “Le tremende operazioni di bassa macelleria cui la follia del governo ucraino sta sottoponendo i cittadini russi, perseguitati, massacrati e torturati in quanto tali”. La sua fonte era un’immagine circolata in rete di un soldato (per lei ucraino) che cannibalizzava un arto di una donna. Questa la sua coraggiosa denuncia:  “Gira in questi giorni in rete una foto che ritrae un soldato ucraino mentre tiene tra le mani sogghignando in modo ineffabile il braccio semi-carbonizzato di una donna”. Sulla base di questa foto chiese il disimpegno italiano dal supporto all’Ucraina, peccato che la foto era un’immagine di backstage di un film russo del 2008. Trovate maggiori informazioni sull’articolo dell’Huffington Post.
Raniero La Valle, ex parlamentare e giornalista convinto sostenitore della tesi secondo la quale l’occidente intero ci sta portando ad una guerra nucleare perchè, citando putin, l’Ucraina si rifiuta di negoziare non essendo un paese indipendente ma sotto il controllo USA. Anche in questo caso troviamo l’articolo sull’irreprensibile sito di Rifondazione Comunista.
Piernicola Pedicini, anche lui ex M5S fortemente contrario all’ingresso dell’Ucraina in Unione Europea e all’invio di armi. Ovviamente.
Per non parlare del vignettista Vauro e dello scrittore Nicolai Lilin, per i quali le parole non sono mai abbastanza.

Tutti contrari all’invio di armi, ma come sempre a senso unico. Nessuno che si esponga per criticare gli invii di armi da parte della Corea del Nord o dell’Iran alla russia. In quel caso vanno bene. Insomma la solita vecchia storia ormai ammuffita.

Dicevamo, la vergogna. Giusto. La vergogna è tutta loro, la vergogna è quella di non chiamare le cose con il proprio nome. La vergogna è tutta di chi non ha il coraggio di dire “Io sto con Putin al 100%” ma di dire “Vogliamo la pace!”. Ricordate che fino a pochi anni fa i fascisti in Italia dicevano di non essere fascisti? Oggi che il fascismo in Italia è ormai tristemente sdoganato e dirsi fascista non fa più scandalo, la nuova vergogna è proprio quella di essere pro-putin ma di non volerlo ammettere facendo mirabolanti acrobazie lessicali. Che in fin dei conti è proprio la stessa cosa.

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