Make Russia Pay. Petizione per l’utilizzo degli assets russi congelati
Tutti vorremmo vedere il prima possibile i sanguinari dittatori putin e lukashenko alla sbarra del tribunale dell’Aja, e statene certi li vedremo, ma intanto cominciamo con l’utilizzo dei quasi 300 miliardi di dollari di assets russi congelati in depositi dei paesi membri del G7. Iniziamo da lì, poi vedremo. E’ come con le ciliegie, una tira l’altra. E’ questo lo scopo della petizione internazionale #MakeRussiaPay avviata dal CCL, Center for Civil Liberties, un ente fondato nel 2007 per la promozione e salvaguardia delle libertà civili e dei diritti umani che nel 2022 è stato insignito con il Premio Nobel. Avete letto bene? Parliamo proprio del Premio Nobel.
La russia deve pagare. Adesso.
La discussione sull’utilizzo delle riserve russe congelate nei paesi del G7 si sta protraendo da troppo tempo. Banche centrali reticenti (o conniventi?) e scarso acume politico stanno costando un prezzo incalcolabile all’Ucraina in termini di vite umane e di sofferenze. Utilizzare questi 300 miliardi di dollari, subito e tutti, per armare la resistenza di Kyiv potrebbe porre fine alla guerra già domani. Cosa aspettiamo?
Le giustificazioni fin qui addotte dai banchieri centrali del G7 hanno rasentato l’assurdo: “creerebbe un pericoloso precedente”, “non sono soldi nostri”. Sarebbe opportuno far notare alle banche centrali che la conservazione di assets di proprietà di terroristi e mafiosi non crea valore, ma solo connivenza con la malavita. Certo sto semplificando, ma non vado molto lontano dalla realtà . L’Unione Europea ha definito ufficialmente la russia uno “stato terrorista che usa metodi terroristici” ergo ha equiparato la russia al terrorismo jihadista. Non credo che molte banche centrali europee riuscirebbero a giustificare la presenza di miliardi e miliardi di dollari nella loro pancia provenienti dal terrorismo di matrice islamica.
La petizione #MakeRussiaPay del CCL
Il Center for Civil Liberties ha impostato un messaggio chiaro per questa petizione che vi invitiamo subito a firmare online. Questo il loro messaggio con i loro obbiettivi:
“Con questa petizione, Noi chiediamo ai leader del G7 e degli Stati membri dell’UE di intraprendere le azioni immediate e globali per:
– creare una coalizione congiunta G7 ed UE per confiscare i beni russi e dimostrare l’unità delle democrazie mondiali e portare la Russia alla responsabilità ;
– dichiarare la propria disponibilità a lavorare sulla confisca dei beni russi per un valore di 300 miliardi di dollari;
– confiscare beni RCB per un valore di 300 miliardi di dollari e fornire questi fondi all’Ucraina, garantendo giustizia, scoraggiando ulteriori aggressioni e fornendo all’Ucraina le risorse necessarie per la sua autodifesa.
Il denaro russo dovrebbe salvare l’Ucraina già ora. Russia must pay!”
Iniziamo con i primi 300 miliardi di dollari, poi vedremo. #MakeRussiaPay
Purtroppo il conto per portare l’Ucraina alla vittoria totale sulla russia sarà alto. Non illudiamoci. Ma questi 300 miliardi di dollari sono un buon inizio, non facciamo troppo gli schizzinosi, la strada è lunga, altri soldi per la ricostruzione arriveranno, la russia è grande e le faremo pagare tutto con gli interessi.
La lista della spesa necessaria per ricostituire la nazione ucraina dopo la guerra si sta ingrandendo a dismisura proprio a causa dell’inazione degli alleati. I ritardi nelle forniture di assistenza militare non solo stanno causando vittime inutili, ma fin qui hanno permesso al criminale internazionale putin di radere al suolo intere città , di commettere ecocidi di dimensioni colossali (primo fra tutti la tragedia della diga di Nova Khakovka nel Kherson), di rendere centinaia di chilometri quadrati di Ucraina un infernale campo minato. Non giriamoci troppo intorno, la russia deve pagare oggi e dovrà pagare domani per tutto. Nessun crimine sarà perdonato e dimenticato.
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