L’importanza della candidatura di Nataliya Kudryk con Azione per le Europee 2024
Nella corsa al rallenty dei partiti politici per proporre qualcosa di sensato per l’Ucraina il primo colpo lo mette a segno Azione di Carlo Calenda per la lista Siamo Europei nella circoscrizione Centrale (Lazio, Marche, Toscana, Umbria). La candidatura della giornalista Nataliya Kudryk come eurodeputata ha un senso ben preciso: lasciare che nel dibattito pubblico siano anche gli ucraini a parlare di Ucraina. Sembra scontato ma finora non è stato affatto così.
Un'ucraina che parlerà di Ucraina. Sembra un miraggio.
Mi sono sempre chiesto, ma gli ucraini cosa pensano di tutto quello che sta succedendo qui e quali sono le loro idee per la nuova Europa che dovrà preparare il terreno per l’ingresso di Kyiv? Difficile saperlo, nessuno gli ha mai permesso di esprimersi qui in Italia. Ci sono state tante gloriose parole e nobili intenti da parte dei partiti liberali, come Azione appunto, ma anche Italia Viva, Più Europa, Radicali. Non ce lo dimentichiamo certo, ma Calenda ha fatto quello che gli altri non hanno avuto il coraggio di fare. Finora.
La candidatura di Nataliya Kudryk assume non solo una notevole importanza politica e simbolica, ma è di rilievo capitale per dare voce a chi davvero in questi anni sta combattendo per noi, per l’Europa.
Kudryk, se eletta al Parlamento Europeo, sarebbe la prima ucraina a ricoprire questo ruolo istituzionale in Europa. Mica male eh. Ricordiamoci che la prossima legislatura europea avrà prima il durissimo compito di dover continuare a sostenere l’Ucraina nella sua guerra di liberazione, e successivamente dovrà cominciare i preparativi per l’accoglienza di Kyiv tra i 27 di Strasburgo che, calcolatrice alla mano, con l’Ucraina diventeranno finalmente 28. Come si possa pensare di farlo senza ucraini ancora non me lo spiego, ma a quanto mi risulta non vedo questa gran frenesia nel candidare cittadini nati in Ucraina per l’UE. Forse è proprio per questo che l’Unione Europea ha sempre una gran calma nel fornire aiuti economici e militari a Kyiv, per quanto ci siano rappresentati capaci e appassionati, manca quella componente che faccia davvero sua questa battaglia.
Ci siamo sgolati in tanti contro il “Westplaining” che alla fine sono rimaste solo parole nell’aria. “Che bello sarebbe che qualche ucraino finalmente parlasse di Ucraina in Europa”, eccovi serviti, ora ce l’abbiamo. Certo ne sarebbero serviti dieci o venti in più almeno, ma sappiamo accontentarci, sappiamo riconoscere i primi passi nella giusta direzione.
Patti chiari e amicizia lunga, questo non è un endorsment
Se vi state chiedendo se gli illuminati (scherzo dai) di Stand for Ukraine stiano cercando di suggerirvi cosa votare a Giugno siete fuori strada. Avete ormai gli strumenti necessari per recuperare tutte le informazioni di questo mondo e oltre per poter elaborare le vostre idee ed i vostri pensieri autonomamente. Ammettiamolo, in questi mesi di lotta alla propaganda e di supporto al coraggioso popolo ucraino, gli unici partiti che concretamente hanno sostenuto questa causa sono stati principalmente Azione, Italia Viva, Più Europa, Radicali. Certo, ogni tanto sono usciti un po’ dal tracciato, ogni tanto mi hanno fatto imbestialire, ogni tanto non ho capito se ci erano o ci facevano. Ma almeno erano lì, in piazza insieme a noi, insieme alle ucraine e agli ucraini.
Al contrario i partiti maggiormente mainstream sia di governo che di opposizione si sono dati alla macchia, sperduti tra correnti e correntine, tra amichetti filorussi e scandalucci da paese di campagna più che da parlamento italiano. Solo qualche deputato coraggioso di questi partiti si è esposto, come Pina Picierno e Lia Quartapelle del PD, ma a titolo personale, non sotto la sua sigla di rappresentanza. Il che è veramente di una tristezza galattica.
Proprio per questo motivo, la candidatura di Nataliya Kudryk è importante e coraggiosa. Da un lato abbiamo chi si nasconde, chi parla con fastidio di Ucraina, chi cerca di sotterrare la questione, chi fa spudorata propaganda filorussa. Dall’altra abbiamo invece qualcuno che ha finalmente capito l’importanza della questione Ucraina all’interno del dibattito europeo. A ben guardare la comunità ucraina in Italia è una delle più numerose, sembra quasi più difficile non riuscire a trovare proprio nessun ucraino da candidare che trovarne una decina pronti a combattere per le Europee di Giugno, ma questi sono i misteri della politica italiana che, per fortuna, mi è negato comprendere.
Detto questo, le elezioni sono dietro l’angolo, ma la strada è ancora lunga e chissà se Kudryk a Giugno sarà ancora l’unica ucraina candidata all’Europarlamento. Nel frattempo, voi votate per chi vi pare, ma almeno votate.
Papa Francesco ha chiesto all'Ucraina di accettare la resa e negoziare, qui si va oltre la propaganda. Si entra in un nuovo scenario, nella connivenza con l'imperialismo russo.
Tutti quei partiti che alla vigilia delle elezioni europee dicevano di sostenere l'Ucraina e gli ucraini il giorno dopo il patatrac sono spariti. Tra vacanze, cocktail o altre buffonate preferiscono il silenzio. Forse è meglio così.
Per dare davvero sostegno all'Ucraina dobbiamo far cadere l'ultimo tabù: quello della Cina, partner in crime di putin.
Facile dire per gli expats russi di essere contro putin. Più difficile, a quanto pare impossibile per loro, chiedere scusa a tutti gli ucraini.