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libri di propaganda russa

Spieghiamo in modo facile e divertente la propaganda russa in Italia

In uno dei nostri ultimi articoli “Ve lo avevamo detto di non sottovalutare la propaganda russa per le elezioni europee” vi spiegavamo come secondo noi la propaganda russa aveva giocato un ruolo fondamentale nelle elezioni europee italiane per sancire il crollo delle liste di Renew Europe Azione – Siamo Europei e Stati Uniti d’Europa che più si erano spese per l’Ucraina e l’unità europea. Bene, quasi esclusivamente gli ucraini che ci seguono ne hanno compreso il significato avendo conoscenza approfondita dei metodi e degli scopi della propaganda russa, mentre gli italiani pacioccosi e beati hanno continuato la loro gazzarra su chi era più colpevole, se Renzi o Calenda. Cannando alla grande. Proviamo quindi a spiegare bene la cosa con esempi illustrati.

Un passo indietro alle elezioni europee

Volgiamo ancora una volta lo sguardo ai risultati delle europee. I miseri dati di Azione e Stati Uniti d’Europa (quest’ultima lista include partiti e partitelli che nella migliore delle ipotesi arrivano al 2%, non dimentichiamolo) non sono dovuti solo alla divisione dei due principali leader, ma c’è qualcosa di più. La gente è stata sistematicamente allontanata dai discorsi “Europa” e “Ucraina” nel corso dei mesi antecedenti le elezioni, infatti, come purtroppo avevamo facilmente pronosticato addirittura a Novembre è bizzarro pensare che il futuro dell’Ucraina sarà deciso dalla composizione dei nuovi parlamenti senza che minimamente si sia parlato di Ucraina. Bizzarro ma vero.
L’aver allontanato la gente da questi discorsi è frutto appunto di una strategia di propaganda ben precisa, che ha reso spaventosa e fastidiosa ogni argomentazione sull’Ucraina e sul futuro dell’Europa in tempi di guerra. Chi ne ha parlato è politicamente morto, sia a destra che a sinistra.
La propaganda russa è questo. Non pensate che i russi girino per le strade delle nostre città (oddio lo hanno già fatto durante il governo di tovarish Conte nell’emergenza covid) con i megafoni gridando “vota russia, abbasso Ucraina, abbasso NATO, abbasso Europa”. Il risultato finale è frutto di decenni di sottili preparativi, decenni di infiltrazioni in tutti i settori della società, decenni di indebolimento del pensiero critico.
Quando i principali network televisivi sono invasi dai vari Orsini di turno o di gente che prima faceva l’attore o il cantante e adesso si è riscoperto esperto di geopolitica a gridare alla resa di Kyiv per il bene della pace, quando i più importanti quotidiani nazionali si abbeverano di news dalle agenzie stampa russe (alcune sanzionate dall’UE come Ria Novosti), quando in libreria ci sono isole intere di vera e propria spazzatura filorussa spacciata come saggistica e informazione, allora è qui che si vede il prodotto della propaganda, è questo il momento in cui bisogna capire che siamo forse irrimediabilmente fregati.
Mi spiegate in questo stato di cose come sia minimamente possibile argomentare un discorso sull’unità europea e sul supporto militare a Kyiv con tutti questi grilli parlanti che da anni condizionano il pensiero di una nazione intera? 

Esempio illustrato di propaganda russa

Dato che a nessuno piace ammettere di aver sbagliato, vi faccio un esempio pratico e illustrato sul potere della propaganda russa di insinuarsi ovunque, anche nei luoghi più inaspettati.
Oggi camminavo nel reparto libri di un supermercato di una nota catena della grande distribuzione italiana. E’ pur sempre un supermercato, quindi la scelta a disposizione dei pochi lettori è davvero limitata, ma è pur sempre un punto di smistamento di migliaia di persone ogni giorno. La foto qui sotto è esplicativa.

libri propaganda russa supermercato

Tra le scomode verità di Di Battista, un bel tomo di Alessandro Orsini sull’Ucraina, un martirologio sul “fu” amico di lettone di Putin Silvio Berlusconi a cura di Paolo del Debbio e Travaglio che parla per una volta tanto di Israele e non di Ucraina, beh la presenza di Bruno Vespa in questo ventaglio di pubblicazioni lo fa sembrare quasi al livello di Bandera.

Ecco, vedete, questi libri non sono messi lì a caso. Moltiplicate questa esposizione per centinaia di punti vendita, poi moltiplicate chi vede questo schifo per altre migliaia di volte ed il gioco è fatto. Quante saranno le persone come noi che alla vista di ‘sta roba viene presa da un singulto? Molto poche.

Oggi probabilmente non avranno venduto nessuno di questi libri, ma ieri chissà, e domani potrebbe anche essere. Non possiamo saperlo. C’è chi penserà di schiarirsi le idee sulla guerra in Ucraina e non conoscendo magari le sue posizioni acquisterà il saggio di Orsini. Ci sarà un cliente tra tutti quelli che passano di lì che vorrà conoscere qualche “scomoda verità” e si affiderà al Dibba. Non lo sappiamo di preciso, ma è molto probabile che accadrà così.

La propaganda è la disposizione ordinata e compatta di tutti questi libri, la propaganda è anche l’assoluta mancanza in esposizione di libri bellissimi come “L’Ucraina siamo noi” di Christian Rocca o i saggi di Timothy Snyder, per non parlare della recente traduzione de “Il canto della foresta” di Lesja Ukrajinka a cura di Yarina Grusha e opere di tanti altri scrittori, giornalisti e intellettuali di buona volontà che stanno provando ad avvertirci e ad informarci seriamente, ma che vengono sistematicamente esclusi dalla ribalta. 

Mi vien da dire una cosa: per fortuna che in Italia siamo ignoranti come capre e chi legge è davvero una piccolissima minoranza.

PS: vicino a tutti questi libri c’era anche una serie di pubblicazioni di Bergoglio. Sì, proprio lui, quello della bandiera bianca e della frociaggine.

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