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A Verona, Ferrara e Lamezia Terme stretta di mano Italia-russia e una pugnalata al coraggioso popolo ucraino

Nei comuni di Verona, Lamezia Terme e Ferrara desta sconcerto l’autorizzazione dei medesimi comuni all’installazione di cartelloni pubblicitari stradali con il messaggio di una rinnovata amicizia tra Italia e russia. “La russia non è il mio nemico“. Insomma. E’ lecito domandarsi se i sindaci di queste città siano a conoscenza del genocidio operato dalla russia in Ucraina e se, a questo punto, non siano d’accordo con la guerra scatenata dal criminale internazionale putin.

A Verona, Lamezia Terme e Ferrara costante umiliazione per i rifugiati ucraini

Il cinismo delle istituzioni di queste città che sull’argomento non proferiscono parola è sconsolante. Come nel caso dei comuni italiani che piuttosto che ad accordi di cooperazione con le città martiri ucraine hanno preferito venire a patti con la città russa di Beslan, anche in questo caso non ci vogliamo soffermare sul fatto che siano associazioni filorusse e antioccidentali ad organizzare e sovvenzionare queste iniziative. Loro fanno il loro lavoro. Discutibile, osceno, raccapricciante e fuori dal mondo, ma sono nate e proliferano per raggiungere questi obbiettivi. Chi non fa il proprio lavoro sono invece i sindaci di Verona, Lamezia Terme e Ferrara che a questo punto non sono assolutamente più garanti per i tanti cittadini ucraini, rifugiati dalla guerra e non solo, che oggi uscendo di casa si troveranno davanti la pubblicità dello stato terrorista che ha ucciso i loro famigliari, distrutto le loro case, raso al suolo le loro città e devastato la loro vita. La loro unica vita.

Damiano Tommasi, Paolo Mascaro e Alan Fabbri, sindaci rispettivamente di Verona, Lamezia e Ferrara, permettendo alla propaganda russa di esporsi in modo così clamoroso, hanno creato un pericoloso precedente, contravvenendo al monito del Presidente della Repubblica Mattarella, che solo pochi giorni fa dopo la sua visita in Moldavia aveva con forza richiesto alla politica di intervenire con rapidità per bloccare la diffusione della propaganda russa. Benissimo, caro Mattarella, a questi sindaci di quello che dici interessa ZERO.

Si dice che non bisogni mai augurare il male a nessuno, ma per una volta vorrei che chi ha approvato questi manifesti e chi dall’alto dei suoi poteri di revoca su queste provocazioni possa provare lo stesso senso di smarrimento, di impotenza e di paura che un qualunque cittadino ucraino prova nel vedere che la sua città italiana, uno spazio che dovrebbe essere sicuro, favorisce l’amicizia con i terroristi che hanno portato l’oscurità nella sua patria, magari costringendolo a scappare proprio qui da noi. Vorrei che chi tace su queste cose e magari invoca la libertà di espressione per propugnare le peggiori nefandezze provi almeno la metà dell’orrore che il coraggioso popolo ucraino ha dovuto subire e continua ancora a subire a causa della russia. Che provino per un solo minuto della loro vita a fare i conti con gli stupri, con le fosse comuni, con le torture, con la perdita della loro casa. Che provino anche solo per trenta secondi cosa significa vedere la propria casa distrutta, la propria città rasa al suolo, i propri cari uccisi, la propria cultura assassinata. Che provino poi a parlare ancora di amicizia. Che ci provino.

Approvati manifesti a favore di uno stato terrorista

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Verona, uno dei famigerati manifesti “La russia NON è il mio nemico”

Ma questi manifesti non sono comparsi da soli. Esistono regolamenti comunali ed è il comune stesso a decidere se sia possibile o meno esporre il messaggio. Quindi l’approvazione di questi tre comuni certifica inequivocabilmente il loro consenso nel veicolare la propaganda russa in Italia. Dobbiamo ora però ricordare a Tommasi, Mascaro e Fabbri un paio di cosette.
Le loro città si trovano in Italia, l’Italia si trova in Unione Europea e l’Unione Europea nel Novembre 2022 ha ufficialmente riconosciuto la russia come stato sponsor del terrorismo proprio per la guerra scatenata in Ucraina invitando gli stati membri ad implementare un quadro giuridico adeguato per l’inserimento della russia nella lista degli sponsor del terrorismo. Allo stesso modo l’Italia, dove mi pare queste città siano ubicate, ha aderito a tutti i pacchetti di sanzioni fin qui approvati dall’Unione Europea, da quelli relativi alla propaganda fino alla consegna di armi e munizioni per l’esercito ucraino. Insomma non mi pare che ufficialmente Verona, Lamezia Terme e Ferrara facciano parte di uno stato così “amico” della russia.

E se domani...

E se domani io e un gruppo di simpatiche canaglie comprassimo uno spazio pubblicitario in questi comuni con il messaggio “La Jihad non è mia nemica“, pensate che mi concederebbero l’autorizzazione? Non credo proprio. Ma si tratta in realtà esattamente della stessa cosa. Inserire il concetto di amicizia in un messaggio di propaganda di uno stato sponsor del terrorismo non la rende meno pericolosa, anzi, tutt’altro. E sgombriamo il campo dai dubbi, con i russi non si può essere amici, non possiamo esserlo noi e non potranno mai più esserlo gli ucraini. Lasciamo queste buffonate a Bergoglio e ai suoi siparietti in occasione della Via Crucis dove vengono equiparati gli aggrediti ucraini agli aggressori russi facendogli portare insieme la croce sul Calvario. Sono tempi di guerra, non c’è più spazio per il catechismo da oratorio di provincia.
Qualunque cosa pensino Tommasi, Mascaro e Fabbri a Verona, Lamezia Terme e Ferrara, noi come Italia stiamo fornendo armi all’esercito ucraino per annientare l’invasore russo. Forniamo poco? E’ vero. Poniamo troppi vincoli inutili all’utilizzo delle armi? Anche. Ma resta il fatto che non forniamo solo elmetti ai soldati per proteggere la testa e garze mediche per bendare le ferite. Forniamo armi vere, letali, che volano sopra i capoccioni degli orchi russi perchè in fondo in fondo, con tante difficoltà e distinguo, anche qui in Italia vogliamo che la russia sia ricacciata all’interno dei suoi confini e ridotta all’impossibilità di nuocere nuovamente. Una volta per sempre. Altro che amicizia.

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