Come un film di Aki Kaurismaki, vivere con la guerra in sottofondo
“Foglie al Vento” di Aki Kaurismaki racconta di noi più di quello che noi stessi crediamo.
Le Foglie al Vento di Aki Kaurismaki e la guerra in sottofondo
Nel 2023 l’iconico regista finlandese Aki Kaurismaki ha vinto il premio della giuria al Festival di Cannes con Foglie al Vento, una storia delle sue, di miseria e di nobiltà, di sconfitta e dignità. Ma non siamo qui per una disamina tecnica sul film, siamo qui perchè in Foglie al Vento c’è un particolare in cui tutti noi possiamo riconoscerci. L’intera opera non parla di Ucraina, non parla della guerra direttamente, non aspettatevi un documentario sul 24 Febbraio, ma la guerra è presente invece, eccome se lo è. La vita dei protagonisti è scandita dalle notizie che giungono via radio dal fronte in quei primi tragici e concitati giorni di aggressione su vasta scala russa, delle simboliche breaking news che hanno lo scopo di immortalare per sempre quello che è stato e che, purtroppo è ancora. Noi, come i protagonisti nel film di Kaurismaki, non abbiamo a che fare direttamente con missili e tank. La nostra vita continua comunque con tutti i suoi alti e bassi, con tutti i suoi clichè e con tutti i suoi interminabili errori, ma la guerra c’è, e anche noi ne sentiamo in parte il peso.
Noi non siamo gli eroi di un bel niente, e, si spera, non lo saremo mai. Gli eroi sono là ad Est, a difendere centimetro per centimetro ogni lembo di città rase al suolo dai terroristi russi, città che probabilmente mai si sarebbe sognati nemmeno di visitare e dove invece rischiano la pellaccia ogni giorno.
Noi non siamo gli eroi di questo tempo e nemmeno voglio oggi parlare di loro. Noi siamo le Foglie al Vento di Kaurismaki che continuano a vivere e a fare progetti per il futuro, quando tutto andrà meglio. Siamo le Foglie al Vento che vivono con la guerra in sottofondo, che non combattono con il mitra spianato, che non devono stare per giorni con la testa china in una trincea per non beccarsi un proiettile in un occhio. Ma un posto in tutta questa storia c’è anche per noi.
Le nostre azioni e le nostre parole contano e possono disegnare un futuro diverso dall’incerto presente e dal futuro sempre più vicino ad una guerra su scala globale. Abbiamo un compito che tendiamo a sottovalutare, quello di meritarci la Pace, quella con la P maiuscola, non quella delle bandiere bianche e delle rese incondizionate a criminali pazzoidi seduti su migliaia di testate nucleari. Abbiamo il dovere e il diritto di continuare a far sentire la nostra voce e di far sentire al sicuro tutti gli ucraini che in Italia e in Unione Europea hanno trovato una nuova casa, lo abbiamo fatto e continueremo a farlo. E non mi pare poco in un panorama sociale che definirlo desolante è fargli un complimento.
Questo è periodo di vacanze, meritate per tutti o quasi, ma anche quest’anno vacanze con la guerra in sottofondo. Non ammetteremo mai di essere stanchi perchè noi che dormiamo tutta notte senza udire le sirene antiaeree non possiamo permetterci di esserlo, ma vivaddio se lo siamo!
Andate a chiedere a chi tutti i giorni organizza raccolte fondi ed eventi per gli amici al fronte se non è stanco.
Andate a chiedere a chi tutti i giorni scende in piazza con la bandiera gialloblu per sostenere un popolo tanto coraggioso nel suo momento più nero se non è stanco.
Andate a chiedere a chi ogni mattina si sveglia e accende il cellulare pregando che dove vivono i loro parenti non sia successo niente se non è stanco.
Andate a chiedere a chi ogni santo giorno lancia appelli inascoltati per combattere l’avanzamento della propaganda russa se non è stanco.
Chiedeteglielo e vi risponderà di no. Ma io vi dico “siate stanchi!” perchè nessuno più di voi qui può esserlo e non vergognatevi di ciò. E se potete, andate in vacanza e ricaricatevi perchè c’è ancora bisogno di tutti voi. Al vostro ritorno continueremo a combattere e a vivere le nostre vite quotidiane, e proprio come in Foglie al Vento di Kaurismaki faremo il possibile per imprimere nella memoria collettiva quello che sta succedendo e che non dovrà mai essere dimenticato, ad imperitura memoria.
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