Le sanzioni di oggi ai “russi normali” non sono niente rispetto al conto che pagheranno a fine guerra
Ai patrioti russi che in questi giorni chiedono ai governi democratici d’occidente di alleviare il peso delle indiscriminate sanzioni sui loro “poveri” concittadini vogliamo dire che il conto che i “russi normali” stanno pagando ora con il carico delle sanzioni internazionali è uno scherzo in confronto a quello che dovranno pagare una volta che la guerra sarà finita. E ne avranno per generazioni.
Per ora siamo a 486 miliardi di dollari, conto fatto per difetto
A Febbraio 2024 il governo dell’Ucraina insieme alla Banca Mondiale, alla Commissione Europea e alle Nazioni Unite hanno rilasciato un importante statement in cui si stima che il conto attuale per la ricostruzione dell’Ucraina era stimato sui 486 miliardi di dollari. A Febbraio 2024. Ora siamo ad Agosto, con tutta probabilità il conto ha già sforato quota 500 miliardi di dollari. Non male come inizio.
Questi 486 miliardi di dollari comprendono la ricostruzione e la messa in sicurezza di intere città, delle infrastrutture critiche, del ripristino dell’industria e dell’agricoltura e della ricostruzione abitativa.
Questa cifra però è solo una goccia nel mare, un punto da cui partire e che non tiene assolutamente conto dei danni immateriali che la russia ha creato ad intere generazioni di innocenti ucraini. Non si può quantificare in dollari il dolore e la morte che i “russi normali” hanno portato in Ucraina. Non si può dare un prezzo alle fosse comuni, ai migliaia di ucraini e ucraine che hanno subito danni psicologici e fisici permanenti, alle torture brutali e inumane, agli stupri, alle deportazioni di bambini. Questo è un conto extra che sarà inevitabilmente a carico dei “russi normali”. E su un fatto non ho alcun dubbio: la pagheranno cara e la pagheranno tutti.
I missili occidentali forniti all'Ucraina non sono gratis
Finora abbiamo parlato solo delle minime necessità per la ricostituzione di un’entità statale ucraina produttiva e indipendente. Bene, ma secondo voi le spese occidentali per le forniture militari all’esercito di Kyiv sono gratis? Una gentile donazione da parte di qualche ente benifico? Eh no amici miei. I russi dovranno pagare anche ogni Himars che è stato lanciato e, si spera, anche caduto sopra le loro teste.
Il conto, capite bene, si allunga.
I vari pacchetti di aiuti militari USA forniti all’Ucraina dal 2022 superano di gran lunga già i 100 miliardi di dollari. Mettiamoci anche gli aiuti europei e capite anche voi senza essere dei professori di matematica che ai “russi normali” converrebbe cominciare a risparmiare già da adesso.
I creditori busseranno presto alla porta del cremlino
Presto la guerra finirà. Ne sono sicuro. E presto comincerà la fila dei creditori in pellegrinaggio a mosca. Toc Toc, c’è nessuno in casa?
Ucraini, europei, asiatici, americani. Tutti vorranno la loro fetta e non basterà vendere fino all’ultimo chiodo che tiene insieme le assi del cremlino per soddisfarli.
Ci vorranno anni, ma prenderanno tutto quel che gli spetta. L’economia russa, già in ginocchio, sarà smembrata e l’impianto industriale acquisito per pochi spiccioli. E il conto, caro mio amico patriota russo, lo pagherai anche tu, perchè quello che tutti voi state facendo al popolo ucraino, sia che siate russi normali o russi anormali, non può avere nessun prezzo di risarcimento. Nel 2100 probabilmente direte “come si stava bene al tempo delle sanzioni”.
La candidatura di Nataliya Kudryk con Azione per Siamo Europei ha un valore simbolico inestimabile. Finalmente permettiamo agli ucraini di parlare di Ucraina.
Ci risiamo, dopo Juliia Navalnaja per qualche giorno l'occidente scommetterà ancora sul cavallo perdente Kara-Murza e non su quello vincente: il ministro degli esteri lituano che invece ha capito tutto.
Il supporto all'Ucraina si è fermato, non solo a livello di armi (in attesa di capire cosa farà Trump), ma anche e soprattutto a parole. Anche chi sostiene Kyiv è fermo ai pochi slogan del 2022.
L'Europa di fronte all'ennesimo bombardamento massiccio russo sull'Ucraina resta a guardare. Le promesse di protezione sono rimaste tali. E' ora di svegliarsi.