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spiegone perpetuo

Vox Populi, Vox Dei. La nostra condanna allo “spiegone” perpetuo nel paese dei vecchi

Nel film “Vita da boheme” del regista finlandese Aki Kaurismaki (sì, abbiamo già parlato di lui e del suo film Foglie al Vento) il pittore gentiluomo albanese Rodolfo declama malinconicamente “Vox Populi, Vox Dei” (voce del popolo, voce di Dio) quando, passando davanti alla galleria d’arte che tempo prima aveva rifiutato le sue opere ritenute spazzatura riducendolo in totale povertà, trova esposti dei dipinti esattamente uguali ai suoi, ora apprezzati, conclamati e venduti profumatamente. E se dobbiamo ritenere valido il detto latino “Vox Populi, Vox Dei”, ci accorgiamo che siamo governati da un Dio molto poco informato, distratto e tendente a credere più alle fake news di matrice filorussa che a quel che ripetiamo ormai da oltre 900 giorni sull’Ucraina, costringendoci ad un eterno spiegone ogni volta che ci tocca parlare della guerra con qualcuno al di fuori della nostra cerchia di attivisti. Perchè è questa la realtà lì fuori, orde di persone impreparate, disinformate e disinteressate, ma che vogliono comunque esprimere il loro parere sulla guerra in Ucraina e, visti i risultati delle recenti elezioni europee, dobbiamo arrenderci al fatto che sono anche coloro che decidono le composizioni dei parlamenti. Se in occasione dell’operazione ucraina su Kursk il ministro della difesa Crosetto si è fatto trovare impreparato, disinteressato e male informato, dobbiamo non tanto prendercela con lui (anche con lui, ovvio), ma con l’elettorato perchè lui alla fine è solo il dipinto nella galleria d’arte che fino a pochi anni fa nessuno voleva comprare, ma che ora la Vox Populi sta acclamando a gran voce.

 

vox populi vox dei

Lo spiegone sull'Ucraina, la nostra eterna condanna

Nel secondo e ultimo riferimento cinematografico di questo articolo “vi spieghiamo cos’è lo spiegone“. In una puntata della serie TV Boris, l’attore Stanis La Rochelle spiegando il mestiere della fiction ad una sua collega dice “nelle serie televisive ciclicamente bisogna rispiegare quello che è successo, la trama. Si fa soprattutto per i vecchi e siccome la maggioranza del nostro pubblico è vecchio, tu lo devi dire forte e chiaro“. Ecco, è così che noi ci sentiamo tutte le volte che dobbiamo parlare di Ucraina con amici, parenti, conoscenti, passanti, insomma con tutte le persone che dalla mattina del 24 Febbraio 2022 non hanno mai più ripreso in mano il dossier Ucraina, ma che hanno sentito dire in TV “che Zelensky però…” e che hanno letto su Facebook “che Biden però…”. L’Italia è un paese pieno di vecchi, anche quelli che anagraficamente non lo sono, in realtà ragionano, parlano e si comportano da vecchi.
Approcciarsi a loro dopo due anni e mezzo di invasione russa in Ucraina è alquanto difficile.
Pochi giorni fa ho incontrato un conoscente fuori dal bar che, preso da apparenti preoccupazioni sull’operazione Kursk delle Forze Armate Ucraine, mi ha chiesto se ne fossi informato. “Certo…” ho risposto prima di essere interrotto in rapida successione da un “Ma a Zelensky cosa è venuto in mente” e “Tu non temi che Biden possa scatenare ora una guerra mondiale?“.
Vox Populi, Vox Dei dicevamo. Appunto, è questa la voce dell’Italia. Come glielo spieghi di nuovo daccapo, per l’ennesima volta che l’Ucraina sta combattendo suo malgrado una guerra difensiva, che putin è un ricercato internazionale, che un mese fa la russia ha bombardato un ospedale pediatrico, che ormai è ricorso il secondo anniversario della strage di Olenivka. Come puoi ripetere uno spiegone sui crimini e le colpe russe che via via sta diventando più lungo e noioso da ripetere anche per noi?
Come possiamo tra l’altro sperare che ascoltino e comprendano almeno una centesima parte di quello che abbiamo da dire? Noi imperterriti e con la testa più dura di loro lo facciamo certo, spieghiamo e rispieghiamo, anche se alla fine dello spiegone delle puntate precedenti non c’è ormai più il tempo di inquadrare l’attualità e tutto si esaurisce lì, in un circolo vizioso in cui chi doveva capire non ha capito nulla e chi doveva spiegare ha parlato al vento. Tutti sulle stesse posizioni, palla al centro e si riparte.

Abbiamo iniziato l’articolo con il detto “Vox Populi, Vox Dei” e con quello concludiamo. Ho una speranza, che tra poco, quando l’Ucraina vincerà la guerra, quando la russia sarà finalmente sconfitta e resa in grado di non nuocere per generazioni a chicchessia, anche noi che abbiamo ripetuto lo spiegone sulle ragioni dell’Ucraina fino ad avere la lingua secca spero potremo vedere tutta quella gente oggi disinformata salire sul carro dei vincitori (ovviamente facendo scendere noi) gloriandosi beatamente di aver mandato a casa putin e aver sconfitto i terroristi russi e che loro sono sempre stati dalla parte giusta della storia. Loro, non noi. Sarà la prima volta che “Vox Populi, Vox Dei” avrà un suono dolce e non amaro come oggi.

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