Europa criminale. Non proteggere ora i cieli ucraini ci rende complici
Close the sky over Ukraine. Erano questi i primi slogan gridati e rimasti inascoltati dalle piazze pro-Ucraina all’indomani di quel maledetto 24 Febbraio 2022. Dopo oltre 900 giorni di bombardamenti e millemila linee rosse superate e bluff del cremlino svelati non proteggere i cieli dell’Ucraina, una legittima candidata all’ingresso della UE, è un atto eversivo e criminale da parte dell’Europa intera. Sicuri che alla fine della guerra l’Ucraina non ci volterà le spalle e non ci dirà “adesso arrangiatevi voi contro la russia”?
Un'Europa piena di Chamberlain e vuota di Churchill
I nostri leader europei sono ormai due anni e mezzo che sfottono Neville Chamberlain, il primo ministro britannico che tornò dalla conferenza di Monaco con gli accordi di pace fuffa con Hitler che diedero il via alla seconda guerra mondiale. Lo prendono tutti in giro, si sentono tutti Winston Churchill, ma parliamoci chiaro, non sono nemmeno a livello del tanto bistrattato Chamberlain.
Le vacanze estive sembrano aver inghiottito tutti i leader europei, incapaci di affrontare il cambiamento in corso in una guerra fluida, incapaci di avvertire le minacce e incapaci di dare un seguito alle loro parole di sostegno incrollabile a Kyiv. Sui media filorussi Zelensky viene preso in giro paragonato ad un accattone alla ricerca sempre di nuovi fondi per proteggere il suo popolo. I veri accattoni sono in realtà i nostri leader, troppo impauriti dalle minacce di putin, troppo tirchi per fornire all’Ucraina sistemi di difesa aerea in quantità tale da poter evitare i massacri dal cielo.
Tutti i leader dei paesi membri dell’Unione sono stati ad assistere come dei pupazzi ancora una volta nella notte tra il 25 ed il 26 Agosto all’ennesimo bombardamento a tappeto delle pacifiche città ucraine da parte dei terroristi di mosca. Sono rimasti in silenzio, forse disinteressati a tutto quello che a pochi chilometri di distanza dai loro confini sta avvenendo. E non servono le condanne postume, non servono le parole di cordoglio, non serve più la ricerca di negoziati. Basta, finitela. E’ troppo tardi.
Eccolo il diritto internazionale della russia di cui parlava Crosetto dopo l’avvio dell’operazione ucraina in Kursk: oltre 200 tra missili e droni sulle infrastrutture civili. Eccoli i negoziati di pace russi. Eccole le bombe benedette dal patriarca Kirill che Bergoglio non riesce proprio a condannare.
In Europa siamo diventati più patetici di quello che eravamo nel 2022, perchè all’epoca potevamo mostrarci sorpresi, ora sembriamo solo dei fessi, complici di una carneficina che poteva essere evitata.
Che ci viene a fare l'Ucraina in UE?
La domanda adesso è d’obbligo: ma che ci viene a fare l’Ucraina in UE? Ci sono davvero dei vantaggi se non quelli economici ad entrare in questa Unione di codardi impreparati a gestire la qualsivoglia emergenza?
Alla fine della guerra Kyiv si ritroverà con il migliore esercito europeo, probabilmente secondo solo a quello degli USA. Un accordo bilaterale con Washington potrebbe più che bastare per garantirgli stabilità e fondi per la ricostruzione. Questa Europa non merita che l’Ucraina ne faccia parte.
Ultima chiamata per l'Europa: chiudere i cieli in Ucraina
Questa è l’ultima chiamata per l’Unione Europea: è necessario aiutare Kyiv ad abbattere tutti gli obbiettivi nemici nei suoi cieli. Se questo dovesse essere rimandato, il fallimento sarà totale e non potremo esimerci dall’essere responsabili di tutte le vittime ucraine.
Il vicepresidente dell’UE Joseph Borrell ha ribadito di nuovo che bisogna sostenere la difesa di Kyiv. Parole e ancora parole. A 900 giorni dall’invasione trattiamo ancora come un’emergenza una situazione diventata strutturale, incapaci di prevenire i pericoli annunciati, incapaci di prevedere l’ovvio.
Se, come previsto, in Autunno e Inverno la russia sarà libera di colpire nuovamente le pacifiche città ucraine, il sangue dei coraggiosi difensori e delle vittime civili non sarà più solo sulle mani di putin e del suo popolo, ma in parte, ahimè, anche sulle nostre.
Chiudiamo OGGI i cieli d’Ucraina.
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