In attesa di Natale le istituzioni occidentali sono tornate dalle vacanze e hanno deciso di suicidarsi
Evvai i politici sono tornati tutti dalle vacanze! Peccato che, dopo essersi persi un mese cruciale in cui l’Ucraina è entrata nel Kursk, mosca sta mandando migliaia di soldati nel tritacarne di Pokrovsk e la russia è letteralmente in fiamme ad ogni latitudine, i rappresentanti delle istituzioni atlantiste invece che aumentare il sostegno a Kyiv abbiano deciso di rendersi inutili con le solite ambiguità sulla fornitura e l’uso delle armi. Con l’Italia in testa, ma vabbè alla fine per fortuna noi non contiamo nulla.
Cosa scriveranno di noi nei libri di storia tra 50 anni
Chissà cosa penseranno di noi i nostri nipoti nel 2075 studiando la storia di questi anni. Con tutta probabilità capiranno subito che le generazioni di oggi non sono state in grado di riconoscere il pericolo sotto i loro occhi. Un pericolo bello grosso, evidente, che urla con tutto il fiato in corpo che “sono qui e ora vi distruggo”. Chissà se gli acronimi NATO e UE gli diranno ancora qualcosa. Sicuramente non gli dirà nulla la sigla ONU, già oggi inutile macchina mangia soldi incapace di condannare la russia e Hamas.
Cosa diranno di noi i nostri nipoti io proprio oggi non saprei dirlo, ma ci stiamo avviando ad essere ricordati come i nostri omologhi degli anni 20-40 del secolo scorso. Sordi ad ogni avvertimento e vittime prescelte dei nazionalismi più fanatici. Oggi pensiamo “ma come non hanno fatto ad accorgersi di Mussolini e Hitler!”. Asini che siamo, sta succedendo la stessa cosa con putin e gli altri suoi compagni di merende!
Il ritorno dalle vacanze ha gettato un’ulteriore ombra su tutti i partner, almeno a parole, di Kyiv. Già il fatto che l’occidente libero si sia concesso di abdicare ad Agosto nonostante una guerra in corso nella quale dovremmo essere i primi sostenitori dell’Ucraina fa pensare, ma così è stato. Tra chi ha preferito guardare le olimpiadi, chi documentare quotidianamente le sue vacanze e chi è sparito dai radar come neanche uno Stealth riesce a fare lo scenario è stato alquanto desolante. Mi tornano sempre in mente le parole del neo Primo Ministro inglese Starmer che alla vigilia delle elezioni che ha trionfalmente vinto ha dovuto specificare per raccogliere qualche ulteriore voto tra i vecchi delle campagne inglesi che lui al venerdì pomeriggio staccherà dal lavoro per passare il weekend con moglie e figli. Perchè va bene essere il primo ministro di un paese che fornisce gli Storm Shadows per colpire in profondità nel territorio russo, ma vuoi mettere svegliarsi tardi al sabato mattina e fare colazione con cappuccio e brioche dopo una settimana in parlamento? Non so se questa è una tradizione inglese ereditata dai tempi di Winston Churchill, forse è per questo che il D-Day dello sbarco in Normandia fu pianificato per Martedì 6 Giugno 1944 e non Domenica 4 Giugno 1944.
Harakiri NATO, UE già in coma
Se l’Unione Europea è già in coma profondo, troppo sensibile ai diktat ungheresi piuttosto che alle richieste di Borrell di permettere all’Ucraina di colpire obbiettivi militari in russia con armi occidentali, la NATO non se la passa meglio. Dagli ultimi vertici più che via libera escono restrizioni, come se l’operazione ucraina nel Kursk non avesse svelato ormai tutti i bluff del cremlino. C’è sempre più paura di permettere all’esercito ucraino di lavorare a pieno regime, di potersi difendere e di ricacciare oltre i confini del ’91 i terroristi russi. Questi tentennamenti occidentali hanno causato nell’ordine:
l’attacco russo con oltre 200 tra missili e droni del 26 Agosto;
il bombardamento di infrastrutture civili a Kharkiv su un parco giochi e su un palazzo di 12 piani del 30 Agosto;
gli attacchi russi quotidiani su Kyiv e quello su Kharkiv dove è stato colpito un centro commerciale del 31 Agosto;
i missili russi su un orfanotrofio ed un centro per la riabilitazione socio pedagogica a Sumy nella notte del 2 Settembre.
E così via, la lista, purtroppo, sembra non aver mai fine. Per tacere delle condizioni estreme in cui i difensori dell’esercito ucraino combatto ogni minuto della loro vita, sempre attenti a non potersi difendere con questa o con quell’arma perchè il Crosetto o il Tajani di turno (o la Schlein) potrebbe risentirsi. Ogni vita spezzata, ogni sogno infranto, ogni goccia di sangue versato oggi in Ucraina è da dividere in responsabilità tra mosca e noi occidentali. Tra la russia e i chiacchieroni della politica mondiale. Tra un putin sempre più senza freni e un Biden ai titoli di coda che non è più in grado di essere il leader di cui il mondo libero avrebbe bisogno.
L'indecisione non paga nemmeno alle urne
L’indecisione dei leader occidentali, che con una mano fanno promesse a Zelensky e con l’altra negano un utilizzo libero delle armi per porre fine a questa maledetta guerra, non sta pagando nemmeno a livello elettorale. Dopo il pericolo scampato a Parigi (che però sta pagando con un pericoloso immobilismo) ora è il turno di Berlino. Nei land tedeschi dell’Est spira il vento dei peggio populismi d’Europa, da Destra a Sinistra, tutti accomunati da un dichiarato filoputinismo. Le elezioni regionali ad Est del Primo Settembre 2024 in Germania non sono certo indicative per una proiezione nazionale. Est e Ovest lì sono una cosa diversissima e complicatissima. Ma insomma, un po’ di strizza ci viene.
Il non aver saputo comunicare con efficacia chi è il nemico, come ha fatto ad arrivare fino a questo punto e quali potrebbero essere i reali pericoli se la russia dovesse riuscire a sfondare in Ucraina non è stato un comportamento da leader. Nasconderci i pericoli per non urtare la nostra sensibilità (poverini che siamo) e attendere che i missili russi cadano sulla nostra testa per dirci “eh sì ora siamo in guerra” non è una strategia. E’ un suicidio.
Abbiamo bisogno di ben altro, Kyiv a bisogno di ben altro. Siamo già in ritardo, le prossime vacanze cominceranno tra tre mesi e mezzo circa, cerchiamo di darci una svegliata perchè tanto lo so già, il Natale quando arriva arriva e non c’è bombardamento che possa competere con un bel panettone.
Il più grande conflitto dopo la Seconda Guerra Mondiale è relegato sempre più in basso nella stampa italiana. Nonostante ci coinvolga tutti.
L'avvicinamento ad un ipotetico campo largo per sconfiggere la destra sta disintegrando Azione e Italia Viva gli unici partiti che sostenevano apertamente l'Ucraina.
La russia è in fiamme, i legionari per la russia libera avanzano dal confine ucraino e nel cielo russo ci sono più droni che uccelli. Ma la stampa italiana non ne parla.
Noi abbiamo provato a dirvelo in tutti di impegnarvi a contrastare la propaganda russa in vista delle elezioni europee. Ma a quanto pare avevate altro a cui pensare