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Splendore e Viltà di Erik Larson è l’avvertimento di Churchill all’occidente di oggi

Splendore e Viltà di Erik Larson (l’autore de “Il Giardino delle Bestie” tanto per intenderci), libro scritto nel 2020 e pubblicato da Neri Pozza, è la ricostruzione dello snodo cruciale della seconda guerra mondiale, i mesi a cavallo tra il 1940 ed il 1941, quelli in cui Winston Churchill provava ad imitare Zelensky e Roosvelt ha tentato di comportarsi come Joe Biden. A parte gli scherzi, l’autore seguendo esclusivamente fonti certificate e diari personali dei protagonisti ha dipinto con dovizia di particolari l’anno dei bombardamenti nazisti su Londra e la reazione del primo ministro inglese Churchill. Vi assicuro che dopo quasi 85 anni, nulla è cambiato.

Un confronto tra ieri e oggi davvero inquietante

Le similitudini tra gli albori del conflitto mondiale del secolo scorso e questi duri (per gli ucraini, non certo per noi) anni di guerra in Ucraina sono inquietanti. Nulla che non sapessimo già, ma fa certo riflettere.
Prima scherzavo sullo scambio di ruoli tra Zelensky e Churchill, tra Biden e Roosvelt, ma neanche poi così troppo. Churchill sapeva che mentre le sue città venivano bombardate l’unica speranza per la Gran Bretagna era riposta nell’aiuto economico e militare del presidente americano Roosvelt, casualmente in quello stesso anno (1940) legato mani e piedi dalla campagna elettorale per la sua rielezione. Vi ricorda qualcosa? I tentennamenti di Roosvelt, a volte anche la sua indolenza e i ritardi del congresso di Washington all’approvazione degli aiuti militari all’Inghilterra assediata dal cielo dai bombardieri nazisti suonano come la musica che gli ucraini stanno ascoltando da ormai quasi mille giorni. Era il 1940, oggi siamo nel 2024: 84 anni di un disco rotto che ripete sempre le stesse note. Allora morirono decine di migliaia di inglesi per l’indecisione americana, ora questa tragedia sta toccando agli ucraini.

In Splendore e Viltà le suppliche di Churchill a Roosvelt, orgogliose quanto necessarie, si accoppiano perfettamente con quelle che Zelensky è costretto a recitare al presidente USA dal 2022. Il primo ministro inglese doveva dimostrare di avere bisogno degli aiuti americani per scongiurare un’invasione nazista, ma senza sembrare disperato, nonostante lo fosse, per evitare che le armi richieste sembrassero poi inutili, ma avvertendo al contempo Roosvelt che se cadeva l’Inghilterra, poi sarebbe toccato agli americani combattere. La stessa recita ora tocca a Zelensky: dimostrare preventivamente di poter sconfiggere la russia con questa o quella fornitura di armi, che l’abolizione del divieto di utilizzarle in territorio russo servirà a fermare i terroristi di mosca, facendo una giravolta ed una capriola a mani legate recitando l’alfabeto al contrario. Dimostrare insomma l’indimostrabile. La collaborazione tra partner internazionali in una guerra non dovrebbe essere ridotta a questo teatrino, ma dovrebbe invece basarsi su solide fondamenta di stima e fiducia reciproca. Qualità che a quanto pare non c’erano nel 1940 tra USA e Gran Bretagna e non ci sono oggi tra USA e Ucraina.
Churchill, detto questo, non si è mai scoraggiato, ha insistito e resistito. Zelensky sta facendo lo stesso. Non c’è nessuna differenza.

La propaganda nazista e la propaganda russa

Nell’opera di Erik Larson emerge anche un tema che a noi, purtroppo, sta molto a cuore. Quello della propaganda nazista (oggi russa). Dai documenti ufficiali e dai diari dell’epoca, tra cui quello preziosissimo del ministro della propaganda nazista Goebbels, si evince che anche in questo campo nulla è cambiato.
I tentativi dei nazisti di screditare l’indesiderato Churchill sono gli stessi approntati oggi dai nazisti russi per far decadere l’altro leader indesiderato, Zelensky. Nel 1940 non c’era il web (e per fortuna direi), c’erano le trasmissioni radio. E funzionavano, tanto che Goebbels stesso aveva una sua rete di annunciatori in lingua inglese per seminare il panico nelle città d’oltremanica. Propaganda geolocalizzata prima di META. Le finte trasmissioni radiofoniche che promuovevano inviti all’opinione pubblica per schierarsi a favore un accordo di pace sono oggi i canali YouTube e gli account X che con una mano chiedono la pace e con l’altra la resa incondizionata dell’Ucraina. Non è davvero cambiato nulla e a quanto pare sembra che noi non siamo poi così tanto più avanti rispetto ad una civiltà che ancora non postava foto di tramonti al mare per fare invidia ai propri amici. Anzi una civiltà che proprio al mare non ci andava.

Allerta spoiler

Allerta spoiler: se ancora non sapete come è finita la seconda guerra mondiale, ma avete in previsione di guardare prossimamente qualche film sull’argomento, non leggete le prossime righe. Per tutti gli altri via libera.

Alla fine di tutta questa bella storia, di tutte queste terrificanti similitudini con l’oggi in Ucraina, le suppliche di Churchill-Zelensky a Roosvelt-Biden si risolsero con qualche aiuto militare ed economico per tamponare un po’ la situazione, ma nulla di decisivo. La vera svolta si ebbe solo con l’ingresso ufficiale in guerra degli USA a seguito di Pearl Arbour, a cui comunque seguirono altri quattro anni di guerra totale.
Io mi auguro che qualcuno, al di là dell’oceano, abbia letto Splendore e Viltà di Erik Larson e lo abbia consigliato come lettura prima di andare a nanna a Joe e Kamala. La russia poteva essere fermata dieci anni fa. La russia poteva essere fermata prima del 24 Febbraio 2022. La russia poteva essere fermata quasi 1000 giorni fa. La russia può ancora essere fermata prima che ci trascini tutti in una devastante guerra. Non aspettiamo una nuova Pearl Arbour. Facciamo in modo che questo articolo invecchi male, malissimo e che quando qualcuno lo leggerà tra qualche anno penserà che di similitudini tra il presente ed il 1940-41 in fondo poi non ce n’erano poi così tante.

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