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Il nostro Victory Plan per chiudere i conti con la russia (e con la Cina)

Zelensky sta presentando in questi giorni il suo Victory Plan per mettere fine alla guerra in Ucraina. Ovviamente non sapremo nulla su cosa consiste questo piano per la vittoria, o almeno me lo auguro, fino a quando non sarà stato applicato integralmente. Ma possiamo almeno immaginare tre cose: la prima è che la sconfitta di putin (e di tutti i russi) sarà un monito ai suoi padroni di Pechino e agli alleati iraniani: giù le mani da Taiwan e Israele. La seconda, che i nostri ministri italiani piagnucoleranno dicendo: “va bene tutto, ma guai se ci saranno vittime russe!”. Per fortuna l’Italia a livello internazionale non conta nulla. La terza è che questa strategia si chiama “Victory Plan” e non “Peace Plan” e c’è una bella differenza.

Fermare la russia oggi per fermare Cina, Iran e Corea del Nord

Una piccola premessa prima di parlare del Victory Plan: continuare a non voler vedere i collegamenti tra Cina, russia, Corea del Nord e Iran è una colpa storica colossale. Putin si è appena incontrato con il nuovo presidente iraniano pochi giorni fa e il ministro della difesa russo Belusov è a Pechino oggi 14 Ottobre. Le notizie di militari nordcoreani a fianco delle truppe di mosca in Ucraina sono ormai all’ordine del giorno e le forniture di droni, missili e proiettili da parte di Pyongyang e Teheran continuano ininterrotte da parecchio tempo. Il club dei dittatori in questi anni ha avuto più incontri e stretto legami economico-militari che tutti gli alleati occidentali dell’Ucraina messi insieme con Zelensky. Continuare a cadere nella rete della propaganda di questi paesi che vorrebbero la resa di Kyiv e di Israele (e di conseguenza di tutto l’occidente) è alquanto stupido. Abbiamo già parlato degli ingenti investimenti di queste potenze in propaganda, i metodi sono già stati svelati sia da Meta che dall’FBI. E’ tutto alla luce del sole. Continuare a a non vederlo e continuare a non agire è uno degli errori che i nostri nipoti tra cinquant’anni ci rinfacceranno: <<Come avete potuto non accorgervi di questo? Come siete arrivati a tanto?>> <<Eravamo solo dei fessi ragazzo mio.>>. Premessa finita, diamoci una regolata dai.

Se la russia riuscisse a sfondare in Ucraina aprirebbe la strada alla Cina per l’attacco (sempre più probabile) a Taiwan. Una russia ancora più all’interno dell’Europa terrebbe risorse militari NATO impegnate sul fronte est mentre Xi potrebbe provare il colpaccio su Taiwan. A quel punto gli USA cosa faranno? Un’Europa attaccata frontalmente da putin sarebbe in grado di fornire il supporto promesso a Washington? Ne dubito fortemente. Queste sono tutte domande senza risposta, ma sono ipotesi che restano comunque sul tavolo. 

Una soluzione per scongiurare questo scenario però esiste: fermare putin oggi, disgregare la sua struttura di potere e rendere la russia in grado di non nuocere nemmeno al più infimo e povero paese presente sul globo terracqueo. Metterla in ginocchio a livello economico e bellico. Sconfiggere mosca oggi sarebbe un messaggio di grande potenza dell’occidente verso ogni residuato di dittatura comunista o teocratica. Quindi avanti con il piano per la vittoria.

Come si ferma la russia

La russia è un paese ad un passo dal baratro, con un’economia a pezzi, una moneta che non vale la carta igienica che compriamo al supermercato e una società disgregata moralmente e civilmente che non è più possibile ricomporre. Procede per inerzia con un’economia di guerra che falsa i dati statistici di bilancio e che può fare paura solo ai boccaloni di casa nostra. Hanno il nucleare, è vero, ma ce l’abbiamo anche noi. L’argomento, per questo, non dovrebbe essere nemmeno sul tavolo.

La russia si fermerà solo con il Victory Plan di Zelensky, non con i negoziati, non con le concessioni territoriali, questo è chiaro. Cosa prevede il Victory Plan, dicevamo all’inizio, lo sapremo solo quando sarà stato attuato, quando ogni obbiettivo militare russo sul territorio della federazione sarà stato colpito dai missili occidentali. Quindi vai con Taurus, Storm Shadow e ATACMS a volontà. L’esercito di Kyiv ha già dimostrato di poter colpire in profondità quando e come vuole, liberiamogli mani e piedi per completare l’opera e raggiungere la Pace, quella con la P maiuscola, non quella delle piazze anti NATO. Ma quando arriverà la pace? Quando il Kerch Bridge sarà sbriciolato. Quando non ci sarà più nessuna base di decollo militare per droni e aerei in russia. Quando le raffinerie di petrolio bruceranno tutte insieme da Kursk a San Pietroburgo. Quando i terroristi russi presenti oggi nelle regioni temporaneamente occupate dell’Ucraina saranno circondati e tagliati fuori da ogni tipo di rifornimento militare. Quando la russia sarà costretta a farsi prestare da Bergoglio la bandiera bianca da sventolare in segno di resa.
Eccolo il piano della vittoria, o almeno quello che sogniamo noi: la sconfitta militare, totale, inesorabile della russia.

E i negoziati con mosca? Ahah, ma quali negoziati. Zelensky e il suo entourage hanno sempre negato che potranno esserci negoziati con i criminali russi e d’altronde è proprio putin il primo a non volerne, almeno fino a quando si baloccherà con le nostre indecisioni, con i nostri tentennamenti e con la nostra complicità nel genocidio del popolo ucraino. Il Victory Plan serve proprio a questo, a spazzare via dal tavolo le ambiguità. Ancora una volta toccherà all’Ucraina prendere le redini del comando e indicare la strada. Con l’attuazione del piano per la vittoria in un solo colpo la centralità dell’occidente tornerà ad essere indiscutibile e la NATO potrà concentrarsi sulla deterrenza verso le ostilità cinesi nel Pacifico per rimettere al suo posto la brigata di Xi Jing Ping.

Insomma, chiudere il becco a putin e a tutti i russi servirà a rimettere in riga anche gli altri autocrati. E’ un peccato solo che a sporcarsi le mani e a giocarsi la propria vita saranno come al solito i soldati ucraini, impegnati da soli in una battaglia su scala globale che potrebbe ridisegnare il baricentro socio-economico del mondo per i prossimi cent’anni.

Non sappiamo i termini e gli obbiettivi del Victory Plan ucraino, sappiamo solo che è un’occasione che non possiamo perdere. Una delle ultime finestre disponibili per tutto l’occidente e per la sopravvivenza dello stato ucraino.

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