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Due parole sugli “oppositori” russi, sui russi normali e su chi li sostiene

Il tafazzismo generale europeo (ed italiano) nello scommettere sui cavalli perdenti è dilagante. La recente marcia degli oppositori russi a Berlino ha ravvivato i baciamano del russismo e i diplomatici del volemose tutti bene, convinti che basti sostituire putin con Yulia Navalnaja o Yashin per riportare indietro le lancette dell’orologio. Ma non è così che funziona perchè, notizia dell’ultima ora per i più sbadati, la russia dei russi sta compiendo un genocidio in Ucraina e minacciando l’intero mondo di una nuova e devastante guerra mondiale nucleare. 

Il nauseante entusiasmo verso gli "ordinary russians"

Ne abbiamo già parlato fantastiliardi di volte su queste pagine sulla complicità di tutti i russi nella catastrofe ucraina e nella colpa collettiva di quel popolo. Possibile che siamo già pronti a perdonare e a fare distinguo così netti nonostante l’attualità dall’Ucraina ci richiami ad ogni ora del giorno alla cruda realtà dei fatti? Leggere gli entusiasmanti messaggi di elogio e sostegno alle iniziative delle fantomatiche opposizioni russe da parte di giornalisti e attivisti pro-Ucraina è deprimente e segno che forse, in fondo in fondo, sulla questione non sono mai entrati realmente in empatia con gli ucraini, che sì poverini quanta sofferenza stanno patendo…ma non vuoi che prima o poi tutto si concluda con una bella stretta di mano tra Zelensky ed i nuovi padroni della nuova russia?

E’ ora di mettere in chiaro, nero su bianco, che le posizioni degli oppositori di putin sono inconciliabili con la pace giusta che tutti vogliamo per l’Ucraina e che gli “ordinary russians” e la loro battaglia per la liberazione dei politici russi detenuti nelle carceri del cremlino è una lotta interna solo tra loro e loro stessi e che con l’Ucraina c’entrano poco o niente. Il vittimismo stucchevole sulle loro “tragedie” interne è una presa per i fondelli per i milioni di ucraini che ogni giorno combattono non solo per un ideale, per una causa, combattono per sopravvivere. Associare chi si aggrappa alla vita giorno per giorno (gli ucraini, lo specifico perchè mi sembra che il concetto non sia ancora chiaro) e chi vorrebbe un ribaltone politico pacifico per sostituire un regime con un altro regime è un errore madornale. E’ la negazione di mille giorni di guerra totale, la negazione delle colpe specifiche di un popolo aggressore sfacciato e prepotente. E associarsi oggi alle loro battaglie è una mastodontica cavolata. Facciamola semplice: sosteniamo gli ucraini, le vere vittime e lasciamo perdere i russi, tutti i russi. Poi si vedrà.

Perchè i russi buoni, i russi normali e le elìte russe dell'opposizione non hanno capito nulla

La marcia degli oppositori russi a Berlino è solo il culmine dell’irreale posizione espressa dai russi sulla guerra in Ucraina. Ovvero una “non posizione”, un ateismo sull’attualità della guerra e una censura delle colpe di una nazione intera.
La retorica sulla guerra in Ucraina scatenata dalla loro amata russia è sempre la stessa da anni, non cambia di una virgola, nemmeno dopo qualche anno di buen retiro in un carcere russo. Nella sua ultima intervista al Moscow Times, Ilya Yashin definisce un possibile crollo della russia come “dannoso, pericoloso e inutile” e che in fondo la russia va bene così com’è, andrebbero giusto dati più poteri alle singole regioni della federazione. Sulla guerra in Ucraina, come tutti i suoi compagneros, Yashin non si sbilancia più di tanto: bisogna ritirare le truppe. E finita lì.
Più oscene sono invece le parole di Yulia Navalnaja riportate da Meduza. Alla domanda se vuole che la russia venga sconfitta risponde “Certo, no, [non desidero la sconfitta del mio paese]“…”significa che desidero la sconfitta di Vladimir Putin il prima possibile“. Il tutto è come sempre ridotto a putin. Ma a torturare, stuprare, uccidere, bombardare, deportare, distruggere oggi in Ucraina non c’è solo putin. Ci sono i russi, i suoi russi, quelli che lei vorrebbe fossero il suo futuro elettorato. Su come dovrebbe finire la guerra Navalnaja segue la retorica vuota, inutile e imbarazzante di Yashin: “Sarebbe stato giusto che questa guerra non fosse mai iniziata. Ma poiché è iniziata… che Vladimir Putin smettesse di attaccare le pacifiche città ucraine e ritirasse tutte le truppe dal territorio dell’Ucraina, oggi“. Per non parlare della sua reiterata richiesta di rimozione delle sanzioni in atto verso la russia. Allucinante.

Quello che i russi non vogliono capire e quello che dovrebbero dire

Quello che Yashin, Navalnaja e gli altri cavalli perdenti del nostro secolo non hanno capito, o non vogliono capire, è che non possono pretendere che la guerra finisca così, che si ritirino le truppe russe e si vada a mangiare una pizza. La russia DEVE PAGARE per tutti i suoi crimini. Deve pagare tutto ed il conto sarà caro e salato. Nessun oppositore russo “mainstream” e nessun attivista degli “ordinary russians” ha mai accennato al concetto di pagare per le proprie responsabilità, nascosti dietro il solito vittimismo russo da quattro rubli. Ma ve lo diciamo noi ora: la russia dei russi alla fine della guerra dovrà risarcire per tutta la devastazione causata in Ucraina. Pagare la ricostruzione, pagare le spese di guerra, ripagare i familiari delle vittime. Pagare per ripristinare l’ecosistema naturale distrutto dall’ecocidio in corso. E dovranno chiedere scusa, non solo dire “è stato putin”. Ecco, quando dalla bocca di un russo usciranno queste parole, allora forse potremo prendere in considerazione l’idea di sostenerli, ma dubitiamo fortemente che ciò accadrà.
Finchè invece la loro retorica del vittimismo continuerà ad impestare l’opinione pubblica, supportare la loro causa e riempirli di cuoricini (che coraggiosi che sono!) sarà solo la certificazione del fatto che di Ucraina, di russia e del mondo attuale non ci avete capito proprio una mazza.

Le parole di Zelensky sulla questione della colpa collettiva russa

In occasione del millesimo giorno di invasione su vasta scala il presidente Zelensky nel suo discorso alla Verkhovna Rada è intervenuto in maniera netta sulla questione della colpa collettiva dei russi: “La responsabilità della russia deve essere collettiva, quello che loro stanno facendo non può essere attribuito esclusivamente al regime di repressione all’interno della federazione o alla forza della propaganda. La guerra è parte della cultura russa. Quindi ogni russo che non vuole essere associato alla realtà di putin deve prendere una posizione netta riguardo alle questioni inequivocabili: riguardo all’Ucraina, riguardo alla Crimea, riguardo al Donbas, riguardo allo status di criminale internazionale di putin, riguardo al tribunale per le colpe della russia in questa guerra.”
Non potremmo essere più d’accordo di così.

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