La propaganda russa, le elezioni in Romania e gli sciocchi che cadono dalle nuvole
Per la prima volta in Europa la propaganda russa è stata riconosciuta e presa sul serio, anche se in ritardo. In Romania la corte costituzionale ha addirittura annullato la prima tornata di elezioni presidenziali, cancellando de facto il ballottaggio tra il candidato filorusso (e sconosciuto) Georgescu e l’europeista Lasconi dopo le rivelazioni dei servizi segreti sugli ingenti investimenti russi sulle piattaforme online TikTok (aridaje) e Telegram (aridaje ancora). E c’è pure qualcuno che si stupisce. Di nuovo.
Gli effetti della propaganda russa sui voti europei
Dobbiamo ammettere che in Romania hanno avuto più coraggio che altrove in Unione Europea, denunciando ufficialmente la cosa e non limitandosi a timidi accenni sull’argomento, quasi come una giustificazione per il fallimento elettorale di questo o quel partito.
Gli effetti della propaganda russa possono essere devastanti per le nostre democrazie e non interessano solo i voti di qualche svalvolato antagonista del Green Pass, ma riescono a convogliare milioni di voti verso i partiti più allineati con gli interessi del cremlino. Capito? Milioni di voti.
Magari nella nostra Europa (o negli USA) non vedremo bandidos che bruciano i raccoglitori delle schede elettorali alla luce del sole o che minacciano con un mitra qualche anziano per fargli votare il loro partito. Non avremo magari nemmeno risultati straordinari come villaggi di mille abitanti dove risultano cinquemila voti a favore di putin. No, se dobbiamo aspettarci questo per reagire allora siamo proprio dei polli, un po’ come per i capi di stato che per capire che siamo in guerra con la russia non gli bastano le continue minacce atomiche, l’entrata in guerra di eserciti asiatici in Europa e i continui cyberattacchi che stanno mettendo in ginocchio interi settori strategici, ma si aspettano di veder comparire l’ambasciatore russo nella cancelleria del paese di riferimento con sciabola, mostrine e dichiarazione di guerra con sigillo in ceralacca.
Bisogna lavorare di intelligenza ad un livello più alto, se ne siamo capaci. Capiamoci, noi abbiamo veramente in Europa milioni di persone poco o nulla interessate a tutto ciò che gli ruota attorno che vengono condizionate più o meno a seconda degli investimenti fatti in visibilità. E i voti ai partiti che sostengono la russia e la sua narrazione sono veri. Ma questo non vuol dire che siano leciti, perchè frutto di ingerenze straniere (russe) per il loro tornaconto.
I meccanismi sono tutti spiegati nel report depositato alla procura generale USA dall’FBI a Settembre 2024 e dal report di META sulle sue operazioni di contrasto alla propaganda dove vengono indicati tutti gli investimenti, dove vengono effettuati, in che modo e per quali (strabilianti) importi. E’ tutto scritto, non vi sto a rispiegare niente, cliccate sui link e nel caso fatevi una cultura anche voi (e magari mandateli a chi ci governa che mi sa che non hanno ancora letto niente di simile). Il fatto che in Europa siamo inerti a tutto e incapaci di condurre ragionamenti elementari su dati di fatto certificati è desolante.
Informarsi su TikTok
Torniamo al caso Romania per agganciarci ad un altro concetto. Tutto è scoppiato quando si sono scoperti i mirabolanti investimenti in propaganda per il candidato filorusso su TikTok. Eppure. Eppure ne parliamo da anni ormai di quanto sia vulnerabile la piattaforma cinese e, anzi, si nutra e prosperi proprio grazie ai rubli e agli yuan dei propagandisti. Eppure sappiamo che da quasi due anni gli USA ne hanno prima vietato l’uso all’interno delle istituzioni americane e successivamente obbligato la vendita ad una compagnia americana pena la sua rimozione dal mercato a stelle e strisce. La motivazione? Sicurezza nazionale. Eppure sappiamo che l’UE, sempre da quasi due anni, ne ha vietato l’utilizzo sui dispositivi dei dipendenti della commissione per problematiche di cybersicurezza, per paura di compromissione di informazioni riservate. Eppure sono passati due anni, non due giorni e ancora stiamo qui a stupirci quando scopriamo che questi social (o qualunque cosa siano) sono impestati dalla più becera propaganda e io sono ancora qui a scrivere di queste cose che dovrebbero essere in realtà un capitolo chiuso da un pezzo. E invece.
Piccola nota a margine sul caso USA vs TikTok: la Bytedance, società proprietaria di TikTok si opporrà all’obbligo di vendita della piattaforma direttamente alla Corte Suprema degli USA motivando la sua supplica con la sacra “libertà di parola”, esattamente come un qualunque No Vax putiniano dopo ogni cancellazione di un evento filorusso in Italia.
Cosa ci insegna la Romania? Niente
Il triste epilogo di tutto questo è che in Italia, in Francia, in Germania e per le genti di ogni estrazione sociale di tutto il sud-ovest d’Europa, quello più ricco e incancrenito dal benessere, delle elezioni in Romania, dei brogli e delle proteste georgiane, delle operazioni di propaganda Maidan-3 e Doppelganger, dell’FBI e dei problemi di sicurezza di TikTok non frega assolutamente niente. Questi avvenimenti e nello specifico la propaganda russa non sono visti come un attacco diretto alle nostre democrazie, non sono visti come un pericolo. Non sono visti punto. Nessuno ne parla e nessuno mette in guardia nessuno dai rischi di questa disaffezione alla nostra libertà di pensiero, a parte i soliti quattro gatti del club degli irriducibili romantici che non hanno smesso di credere che forse qualcosina in più si potrebbe fare per proteggerci dalla russia e dalle sue ingerenze e che forse no, noi qui non siamo così al sicuro come crediamo.
L’Europa democratica continuerà a perdere i pezzi per queste incessanti manovre di alterazione dell’opinione pubblica sulla nostra libertà e su quella dell’Ucraina. Continuerà a perdere i Draghi, continuerà ad assottigliare il gruppo di Renew Europe al parlamento UE, continuerà a veder crescere le percentuali di estrema destra ed estrema sinistra putiniane, come sta succedendo in Francia, come succederà in Germania, come già successo in Italia, in Slovacchia, in Ungheria, in Austria e Dio solo sa dove ancora, rendendo le maggioranze atlantiste sempre più deboli e sempre più disposte a cedimenti per continuare a restare in sella ad un cavallo zoppo, cadendo dalle nuvole ogni volta, come fosse la prima, in un loop temporale infinito.
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