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UE: vietare i simboli comunisti nell’Unione. Drastica riduzione di bandiere alle manifestazioni di ANPI

Il 22 Gennaio il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione sulla disinformazione e la falsificazione della storia da parte della Russia per giustificare la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina chiedendo agli stati membri di vietare l’uso di simboli della russia comunista all’interno dell’Unione, equiparandoli di fatto alla simbologia nazista. Un bel problema per le manifestazioni organizzate da ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) dove le bandiere rosse con falce e martello non mancano mai.

Cosa dice la risoluzione UE sulla disinformazione russa

La risoluzione del Parlamento Europeo dice tante cose, finalmente, sulle problematiche legate alla russia e al suo coinvolgimento nella destabilizzazione dell’ordine mondiale e su tutte le menzogne diffuse da sempre per influenzare in suo favore l’opinione pubblica. Tutte cose sacrosante che sapevamo già, ma è stato importante ribadirlo nero su bianco ufficialmente. Il punto interessante di questo documento è però la richiesta agli stati membri di vietare l’utilizzo all’interno del territorio dell’Unione Europea dei simboli legati al comunismo sovietico e alla odierna guerra russa di aggressione all’Ucraina. Quindi finalmente potremo liberarci dell’odiosa falce e martello considerandola al pari della svastica nazista. Ricordiamo che le risoluzioni UE non sono vincolanti e che richiedono la ratifica da parte di ogni singolo stato membro, ma già il fatto che se ne sia parlato e che la proposta sia stata inequivocabilmente votata mette automaticamente fuori contesto tutti i propagandisti, consapevoli e non, del mondo russo.

Questo sarà un problema per ANPI, organismo figlio di quella tradizione comunista già anacronistica un trentennio fa, ora ridotta ad una carcassa putrescente di ideologie putiniste e anti atlantiste. Avranno magazzini abbastanza grandi per riporre tutte le bandiere rosse comuniste sventolate dall’immediato dopoguerra ad oggi? 
ANPI ed il suo presidente in questi ultimi tre anni sono sempre stati fuori dalla storia e fuori dal tempo, incapaci di scendere a patti con la realtà, incapaci di leggere il presente, fanatici di un pacifismo che suona più come requiem per Kyiv che vera pace, sostenitori spudorati dello stop all’assistenza militare all’Ucraina, mai però del ritiro incondizionato delle truppe assassine di mosca. Chi glielo dirà che quelle odiose bandiere sono oggi solo un vecchio simbolo da consegnare alla discarica più vicina? Chi glielo dirà che aver sostenuto il comunismo sovietico oggi in Europa equivale ad aver sostenuto il nazismo hitleriano? Lo capiranno mai? Probabilmente no, ma di solito, chi non capisce è destinato con il tempo a scomparire in modo triste e solitario. Pace e amen ce ne faremo una ragione.

Pagliarulo contro Kallas

In una recente dichiarazione rilasciata ad ANSA il presidente di ANPI Pagliarulo ha etichettato come “irresponsabili e pericolose” le dichiarazioni dell’Alto Rappresentate UE per la politica estera Kaja Kallas, che aveva ammonito l’Europa sulla necessità di aumentare le spese militari in segno di deterrenza verso la crescente aggressività della russia.
Nella sua nota Pagliarulo ha sottolineato che “la nostra Costituzione ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali“, tagliando e manipolando a suo piacimento il significato dell’articolo 11. Ne avevamo già parlato, ma una rinfrescatina di memoria non fa mai male a nessuno. In questo specifico caso, il presidente di ANPI ha volutamente dimezzato il testo dell’articolo in questione, dimenticandosi apposta una parte fondamentale: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.“. Ha omesso volontariamente la parte in cui si parla di limitazione di sovranità necessarie a NATO e UE, facendo finta di non ricordare (oppure non lo sa proprio) che in caso di attacco russo ad un paese NATO anche l’Italia dovrà entrare in guerra mandando le sue risorse militari al fronte. Peraltro con quelle parole Kaja Kallas spera proprio che per mezzo di una deterrenza più forte ed efficace ciò non accada. Per fortuna che Kaja Kallas ha ben altro a cui pensare che alle parole del presidente di ANPI.

Viene però da pensare che la risoluzione sulla disinformazione russa e sulla mistificazione della storia sia stata tagliata come un abito sartoriale su misura per associazioni come ANPI e per i loro rappresentanti perchè oggi chi non sostiene apertamente e con convinzione al 100% la difesa dell’Ucraina e dei suoi confini territoriali con ogni mezzo, come appunto ANPI, mette a repentaglio non solo la sopravvivenza del popolo ucraino, ma anche la nostra.

L’approvazione di queste risoluzioni europee, per quanto non vincolanti, tracciano inequivocabilmente la strada che tutti i paesi membri dell’UE prima o poi dovranno seguire. Sono le fondamenta della nostra nuova casa europea, i principi sui quali costruire il nostro futuro democratico e libero, un futuro in cui il simbolo con falce e martello non sventolerà più sopra le nostre teste, ma sarà solo uno sbiadito disegno su qualche cadente muro di remote periferie europee.

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