Il culto della sfiga: la retorica perdente di “non far vincere la russia”, i negoziati e la pace giusta
Solo Biden nelle prime settimane di invasione su vasta scala parlò di “sconfitta della russia” per poi comunque ricalibrare la sua retorica adattandosi al bel più placido “non faremo vincere putin“. La retorica occidentale in tempo di guerra è deprimente, paurosa e sterile. La vera pace giusta si raggiunge con altri metodi, con altre parole.
La russia non deve vincere, ma neanche perdere. Quindi cosa ci si aspetta dai negoziati?
Che poi cosa vuol dire che “la russia non deve vincere”? La retorica occidentale in quasi tre anni da quel maledetto 24 Febbraio 2022 non è cambiata di una virgola, figlia di una postura troppo debole e di una diplomazia che in questi anni ha evidentemente fallito. E’ facile per i nostri leader non accettare l’idea del fallimento e attendere la pensione rimanendo sulle stesse posizioni di sempre, tanto ci sarà qualcun altro a pagare le nostre scelte, oggi ci sono gli ucraini, domani chi lo sa, qualcun altro lo si troverà .
I vertici occidentali sono tutti infoiati per i futuri negoziati voluti dal taumaturgo arancione della Casa Bianca, che poverino nemmeno lui sa bene a cosa sta andando incontro e, a quanto pare, non ha presente che una situazione di tale gravità richiede sforzi diplomatici seri e approfonditi.
Dicevamo, i negoziati. Ma a cosa possono portare questi negoziati? Quale pace giusta per l’Ucraina potrà mai uscire da un negoziato con la russia e con putin? Pensare che il dittatore del cremlino rinunci a qualcosa è pura follia data la nostra totale inazione e ogni rinuncia territoriale o di autodeterminazione del proprio futuro suonerebbe come una sconfitta per tutto il popolo ucraino. Una sconfitta che però a quel punto avremmo inflitto noi all’Ucraina, noi i sostenitori di Kyiv fino alla fine.
Per tre anni abbiamo a malapena aiutato l’Ucraina a galleggiare, facendo pesare come un macigno ogni cavolo di aiuto. Ricordate tutte le manfrine USA e tedesche per la fornitura di poche decine di carri armati Bradley e Leopard 2? E non dico “poche decine” così per dire, nei caldissimi giorni di guerra le forniture arrivavano col contagocce: prima 4 Leopard, poi 18 Bradley e così via. Con questi numeri sembra chiaro come il sole oggi che “la russia non sarebbe dovuta essere sconfitta”. Fa male dirlo, ma è così.
L’Ucraina dal canto suo ha sempre richiesto armi per sconfiggere la russia, non per andare ai negoziati perchè Zelensky sapeva bene fin dal principio che un accordo di pace oggi con putin sarebbe impossibile, se oggi li accetta di buon grado (e comunque non mi pare) è solo per scaraventare nella mischia l’amministrazione Trump 2, per saggiare la loro forza e scoprire le loro intenzioni o, semplicemente, per smascherare la loro connivenza con la russia. In entrambi i casi dubito che ne possa uscire un qualunque accordo soddisfacente.
E l'Europa?
L’Europa continua a mantenere il suo stato comatoso, vittima consapevole della propaganda del cremlino da cui pare non volersi liberare.
L’idea che Trump voglia portare ad un tavolo Zelensky e putin ha fatto esaltare i vari Tajani del continente che ingenuamente sperano che centinaia di migliaia di vittime ucraine possano essere liquidate così con due parole e una stretta di mano per poi poter riprendere con le importazioni di gas russo a basso costo e togliere quelle sanzioni che stanno così tanto limitando i nostri poveri imprenditori. Poverini.
Una linea di principio dignitosa in tutto questo non la vedo proprio, ma soprattutto non vedo un’idea di sostegno militare serio a Kyiv se, come da copione, i negoziati non porteranno a nulla di fatto. Non pare che, a parte per i paesi baltici, si sia ancora compreso che in gioco non c’è solo l’integrità territoriale di Kyiv, ma la nostra futura libertà e la nostra democrazia. E questo lo si capisce dai capricci dei ministri europei alle continue richieste di drastico aumento delle spese militari per la nostra difesa. Sì, per LA NOSTRA DIFESA, non quella di qualcun altro. “Eh dottò io vorrei ma non ce la facciamo proprio, guardi qui…e come faccio poi…ho da sfamare le creature io!”.
I negoziati porteranno all'estinzione dell'opposizione russa
Se veri negoziati saranno, con un accordo di pace tra le parti, questo significherà anche l’estinzione dell’attuale opposizione russa. Non verserò lacrime per questo, sia chiaro, ma sicuramente putin in quel caso potrà continuare a dormire sonni tranquilli. Un qualunque tipo di accordo permetterà al criminale internazionale di sventagliare ai 144 milioni di zombie della sua federazione una “vittoria inequivocabile” ed il “raggiungimento di tutti gli obbiettivi dell’operazione militare speciale”. A quel punto tanti saluti a Yulia Navalnaja, Yashin, Kara-Murza e compagnia bella, destinati ad un brillante futuro da pensionati in Europa o negli USA dove probabilmente moriranno di noia attendendo il ritorno nella loro russia felice.
Chissà se sono consapevoli di questo, non sarò certo io a dirglielo, tanto riescono a contare addirittura meno di noi italiani. Capitolo chiuso.
L'unica pace giusta
L’unica pace giusta per l’Ucraina e per il mondo libero è la sconfitta militare totale della russia. L’unico modo per raggiungerla è quello di dare tutte le armi necessarie all’esercito ucraino per sfondare le linee ad est e non a malapena per difendersi. Solo in questo modo ci si potrà sedere ad un tavolo di pace serio, con una russia annichilita e incapace di portare avanti alcuna richiesta.
Russia sconfitta, putin davanti al tribunale dell’Aja e ricostruzione dell’Ucraina attraverso lo sfruttamento delle risorse economiche e naturali (gas, petrolio e materie prime) di mosca. Sono solo queste le premesse per una pace davvero giusta, tutto il resto sono chiacchiere, fuffa, fumo negli occhi.
La russia deve perdere, deve essere sconfitta. E’ questo che noi dobbiamo dire al mondo intero, ma prima di tutto a noi stessi. La russia deve perdere. Dire oggi che “la russia non deve vincere, ma neanche perdere” è come ammettere che gli eroi ucraini, militari e civili, caduti a migliaia dal 2013 ad oggi sono in realtà caduti per niente e che noi, tutto sommato, non glielo avevamo neanche chiesto.
Piccolo elogio al presidente ucraino Zelensky, l'eroe che non ci meritiamo
Il supporto all'Ucraina si è fermato, non solo a livello di armi (in attesa di capire cosa farà Trump), ma anche e soprattutto a parole. Anche chi sostiene Kyiv è fermo ai pochi slogan del 2022.
La russia risponde alle richieste di Trump, Scholz e Guterres di sedersi al tavolo delle trattative e fare la pace con uno dei più massicci attacchi missilistici sull'Ucraina.
Il presidente italiano Mattarella è un'icona del supporto alla resistenza ucraina. Senza tentennamenti e con discorsi decisi è da sempre al fianco del popolo ucraino.