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Odio e vendetta. In un mondo di Bergoglio siate Montecristo

Nelle ultime settimane la RAI ha mandato in onda l’unica sua produzione non concepita esclusivamente per il solito pubblico di anziani mummificati. Il Conte di Montecristo è infatti una serie ben fatta che basa tutta la sua storia sull’odio e sulla ricerca della vendetta per un grave torto subito. Quasi in contemporanea con la messa in onda dell’ultimo episodio un altro personaggio di fantasia, Papa Francesco, ha nuovamente invitato i giovani ucraini ad arrendersi, a deporre le armi, a dialogare e a perdonare.

L'odio e la vendetta al tempo dei russi

Okok, non vi faccio nessuno spoiler anche se avete avuto ben 179 anni per leggere Il Conte di Montecristo di Alexander Dumas per sapere come va a finire. In ogni caso, il tutto si basa sulla ricerca della vendetta, crudele e atroce (come crudele e atroce è stato il torto subito), da parte del protagonista. I catechisti di tutto il mondo sono sobbalzati dalla sedia e hanno fatto a gara per interpretare con il vangelo alla mano il significato delle gesta del Conte. Sì ok ha subito una grave ingiustizia, ci è quasi rimasto secco…ma alla fine la vendetta non serve a niente, e nemmeno serbare rancore. Tutte balle.
Sono un po’ le stesse parole usate da Bergoglio pochi giorni fa nel collegamento a distanza con i giovani ucraini connessi per raccontare le loro disgrazie, i loro torti subiti ingiustamente, le loro paure e i loro sentimenti in tempo di guerra. Parlavano dei loro timori, parlavano di morte e di patria. Parlavano del genocidio che i russi stanno compiendo nella loro Ucraina. Bene, alle suppliche dei giovani ucraini Bergoglio in soldoni ha risposto con “la guerra è brutta, cercate di non farla più. Dialogate. Perdonate.” A specifica domanda sul genocidio ucraino ha addirittura risposto “ah si perchè anche a Gaza…”. Scontato.
Bergoglio, no, gli ucraini non vogliono sentirsi dire questo. Gli ucraini non devono sentirsi dire questo. Il perdono in un genocidio non è contemplato, gli ucraini NON DEVONO assolutamente perdonare, ma devono essere liberi di odiare chi sta provocando tutto questo. Devono essere liberi di provare qualunque sentimento essi vogliano. Di catene gliene abbiamo già messe a sufficienza senza aggiungerci anche quella della colpa morale di odiare.

Gli ucraini non dovranno mai perdonare questa generazione di russi assassini. Non dovranno mai perdonare per la morte di donne, bambini e uomini aggrediti nella loro patria. Perdonare sarebbe come dimenticare e dimenticare tutto questo non è proprio possibile.

Chiedere agli ucraini di soffocare il proprio odio e la propria ricerca di vendetta nei confronti dei russi è sminuire tutto il dolore che dal 2013 la gente di Kyiv sta patendo. Invocare il dialogo con gli assassini equivale ad uccidere una seconda volta tutti i padri, figli, mogli e sorelle persi sotto i missili di mosca. Perdonare oggi i russi è come sputare sopra la tomba dei soldati prigionieri giustiziati a sangue freddo dall’esercito russo. E potrei purtroppo andare avanti all’infinito con queste similitudini. No, oggi di perdono non se ne parla.

Qui non si perdona, qui si odia

Dato che in occidente (in Italia poi non parliamone) siamo così bravi a non ascoltare gli ucraini ma anche altrettanto bravi a dar loro consigli morali sarebbe il caso di dire per una volta qualcosa di sensato e, in una certa misura, misericordioso: se odiate i russi, noi vi capiamo. Se ricercate la vendetta sui russi, noi vi capiamo. Sì. Esatto. Oggi tutti gli ucraini di tutto il mondo devono sentirci vicini, empatici, devono sentirsi liberi di provare odio verso chi sta provocando loro tutto questo dolore, devono sentirsi supportati nel ricercare la vendetta, senza giudizi e senza pregiudizi da parte nostra. Il tempo del catechismo da quattro soldi è finito.
Le parole di Bergoglio sono un’altra pietra nel già pesante bagaglio che i credenti ucraini devono portare ogni giorno: quella di sentirsi in colpa nel provare odio verso chi sta massacrando il loro popolo, la loro gente. Questa gliela si poteva anche evitare.
Noi invece, che purtroppo non siamo a capo di nessuno stato e di nessuna chiesa e quindi questo vale per quel che vale, vi diciamo con il cuore in mano: sentitevi liberi di odiare chi sta uccidendo la vostra gente. Sentitevi liberi di voler cercare la vostra vendetta per i torti subiti. Noi vi sosterremo. Noi vi aiuteremo. E’ questo che bisogna dire oggi a tutti i cittadini ucraini, non banalità da sacrestia di paese.

In questo mondo, amici ucraini, siate Montecristo, non siate Bergoglio. Siate chi cerca la vendetta, siate chi la vendetta la trova. Ci vorranno anni, ci vorrà pazienza, bisognerà mandare giù tanti bocconi amari, ma non sentitevi in colpa mai, perchè l’odio è un sentimento legittimo. E’ essere umani. E l’odio verso i russi, a maggior ragione, dovrebbe essere ancor più tollerato da tutti. Anzi, vi dirò di più: non sarebbe male se fosse anche sancito nella costituzione di ogni paese civile.

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