C’è un precedente: il TAR blocca il documentario di Russia Today, ora non ci sono più scuse
La storia è nota, è sempre la stessa: i propagandisti filorussi vogliono proiettare in uno spazio pubblico (pagato da noi contribuenti) un documentario dell’emittente sanzionata Russia Today. Questa volta il rettore dell’Università di Torino ha negato la sala (fatto più unico che raro) e il ricorso di chi ha organizzato la proiezione contro l’annullamento è stato rigettato dal TAR del Piemonte. Ora abbiamo un precedente che mette fine a mesi di patetiche scuse da parte di sindaci, amministratori, rettori e quant’altro per assecondare le bizzarrie dei putinisti italiani. Dopo questa sentenza decidere di permettere la proiezione di questo materiale sanzionato dall’Unione Europea definirà una volta per tutte e con certezza se si sta dalla parte del popolo aggredito o dalla parte dell’aggressore.
Facciamo chiarezza
Non che ce ne fosse in realtà bisogno, sull’argomento era già intervenuto in passato l’AGCOM per bloccare la diffusione su YouTube e X di questo genere di documentari. Il testo delle sanzioni europee in fatto di propaganda parla chiaro: “Per contrastare tale azione, l’UE ha sospeso le trasmissioni e le licenze di 27 organi di disinformazione sostenuti dal Cremlino (tra cui Russia Today). Tali restrizioni riguardano tutti i mezzi di trasmissione e distribuzione negli Stati membri dell’UE o ad essi rivolti“. Cosa c’era di difficile da comprendere fino a ieri? Ci è voluto il TAR del Piemonte per insegnarci a leggere e comprendere un facile testo in italiano?
Aggiungiamo, per chi ancora non lo sapesse, che i documentari di Russia Today fanno parte di una serie di iniziative volte a disumanizzare gli ucraini per orientare l’opinione pubblica a favore della russia e giustificarne l’aggressione all’Ucraina minando il sostegno occidentale. Non sono diversi punti di vista, sono vere e proprie armi della loro campagna di disinformazione, parte della guerra ibrida che mosca sta utilizzando contro di noi.
Non serviva il TAR per evitare questa feroce aggressione propagandistica in Italia, serviva solamente mantenere la schiena dritta e seguire alla lettera le sanzioni UE. Oltre che ad essere informati su cosa succede a Kyiv e dintorni per comprenderne il contesto. Ma questa è un’altra storia.
Il testo del TAR del Piemonte che blocca Russia Today
Nel testo integrale del decreto del TAR del Piemonte che potete trovare sul sito statale Giustizia Amministrativa (e che vi abbiamo messo in PDF qui) oltre a non riconoscere nel documentario di Russia Today in questione uno strumento valido al fine dell’insegnamento di materie giuridiche come il docente dell’Università sosteneva per avversare l’annullamento viene citato il testo della Commissione UE che giustifica le sanzioni europee all’emittente russa: “tenuto conto che “la Federazione russa attua una sistematica campagna internazionale di manipolazione dei media e di distorsione dei fatti, nell’intento di rafforzare la sua strategia di destabilizzazione dei paesi limitrofi e dell’Unione e dei suoi Stati membri” (considerando n. 6 del Regolamento n. 2022/350/UE);“, avvalorando la tesi che la riproduzione di contenuti prodotti da un’emittente russa sanzionata sono strumenti per la disinformazione e la destabilizzazione dei paesi dell’Unione Europea.
Insomma, decidete di permettere la visione di un documentario di Russia Today? Bene, state cercando di destabilizzare la democrazia in Italia e state partecipando alla campagna di disinformazione del cremlino.
Basta scuse dai sindaci
L’effetto più importante di questo decreto però lo vedremo in futuro perchè di fatto annulla tutte le ignobili scuse che le amministrazioni comunali stanno diffondendo per evitare di annullare le proiezioni di questi documentari vietati in UE.
La nuova moda dei sindaci, sicuramente figlia di indicazioni ben precise in questa potente campagna di disinformazione russa, è quella di avversare le richieste da parte della comunità ucraina e degli attivisti italiani dicendo che “noi abbiamo concesso la sala comunale come da regolamento, poi quello che fanno lì dentro non è affar nostro, non possiamo annullare l’evento”. Il che è comico (oltre che triste) perchè allora tutti potrebbero affittare una qualsiasi sala di proprietà del Comune o dello Stato e proiettare contenuti a favore di pedofilia, violenza di genere o supporto della Jihad Islamica che tanto il Sindaco non può farci niente. Tutte balle, è ovvio che può fare qualcosa, come qualcosa è già stato fatto in passato.
Questa sentenza del TAR metterà a nudo la vera natura degli amministratori pubblici. O di qua o di là. O con l’Occidente o con putin.
Non voler intervenire con decisione bloccando questi eventi significherà ora schierarsi apertamente con il regime criminale della federazione russa e contro il popolo aggredito, quello ucraino. Significherà prendere parte alla destabilizzazione del nostro paese.
Non lo dico io, ma lo dice il TAR.
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