la guerra degli scemi

La guerra a Belgorod, la guerra dei russi in Europa, la guerra cinese in Ucraina e la guerra degli scemi

La guerra commerciale avviata dagli USA contro tutto il mondo, russia esclusa ovvio, ha molteplici effetti negativi per tutti gli alleati dell’Ucraina, Stati Uniti compresi, anche se parlare di loro come alleati ci vuole del coraggio oggigiorno. E’ la guerra degli scemi che sta sottraendo preziose risorse a livello temporale, economico e di informazione, distraendo da fatti epocali e riducendo la barbarie in atto in Ucraina a semplice trafiletto da seconda pagina. Un po’ come quella splendida giornata non raccontata del Marzo 2024 con l’incursione dell’esercito ucraino nel Kursk che nessun media italiano decise di raccontare e che, nonostante i proclama di annientamento da parte di mosca, è ancora in corso seppur con differente forma. Ma andiamo con ordine.

Zelensky: siamo nel Belgorod

Oggi per la prima volta il Presidente Zelensky ha confermato la presenza militare ucraina nella regione russa di Belgorod. La guerra torna in casa del nemico, anche se a pochi sembra interessare. Eppure questa operazione militare è di capitale importanza, sia ideologica che (soprattutto) strategica.
Forse non vale la pena raccontarla perchè smentisce tonnellate di carta da giornale sprecata nelle scorse settimane per recitare il de profundis di Zelensky e dell’armata ucraina. Forse non vale la pena raccontarla perchè dimostra la grandiosità di un esercito che pur combattendo con notevole inferiorità di fanteria e munizioni sta facendo quello che nessuno ha mai neppure ipotizzato potesse accadere: nel giro di un anno è riuscito a rompere le linee di due confini nemici considerati sacri ed inviolabili. Ma qui di sacro ed inviolabile c’è solo lo spirito ucraino ed è quantomeno bizzarro che ancora nessuno voglia mettere questo peso sulla bilancia di ipotetici negoziati. Probabilmente perchè di negoziati per la fine della guerra o quantomeno meno per una tregua non se ne è in realtà mai vista neppure l’ombra, ma questa è un’altra storia.
Detto ciò le regioni russe con presenza militare ucraina ora sono due e anche se qualche pazzerello si aspetta una cavalcata trionfale fino a mosca prima di parlarne queste due azioni dell’esercito di Kyiv stanno tenendo in scacco decine di migliaia di uomini e tonnellate di munizioni che sarebbero altrimenti impiegate dai russi per avanzare in Donbas. Non farne un titolo da prima pagina è proprio da balordi.

Gli attentati in Germania e la longa mano del cremlino

Non che chi ci segue ne avesse il minimo dubbio, ma oggi le autorità tedesche hanno reso pubblici i sospetti che dietro all’attentato a Mannheim del Maggio 2024 potrebbero esserci i russi. Ma che strano. E ci posso scommettere che la longa mano del cremlino potrebbe essere dietro anche molti altri attentati a persone e infrastrutture che hanno martoriato l’Europa in questi mesi. Non ci vuole Nostradamus a capirlo, ma se vi rifate a Peskov e alle notizie di TASS e Ria Novosti per averne conferma allora significa che non avete capito un fico secco.
Il fatto è grave, molto grave, perchè se la notizia fosse confermata (e se le conferme ad altri disastri la seguiranno) ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio atto di guerra nel cuore dell’Unione Europea. In realtà la guerra è già qui da noi da tempo, stiamo vivendo sul filo del rasoio anche se non vogliamo ammettere che qualcosa di grosso stia ribollendo sotto i nostri divani e le nostre poltrone. Dio non voglia fare allarmismo ingiustificato, ma intanto forse l’idea del kit di sopravvivenza dell’UE non era per niente una stramberia come molti l’hanno dipinta. Tra attentati terroristici, cyberattacchi, guasti ad infrastrutture (Heathrow per citarne una, anche se si sta ancora indagando sulle cause e, come nel caso di Mannheim, probabilmente sapremo qualcosa di più tra uno o due anni) c’è poco da stare sereni. Necessitiamo di chiarezza, necessitiamo di informazione su come comportarci e su cosa aspettarci.

Cinesi in guerra per la russia

In un messaggio su X di oggi il Presidente Zelensky ha confermato anche la cattura di due militari cinesi che combattevano in Donbas per l’esercito russo. Notiziona, ma nessuno ne parla.
Anche se fossero solo mercenari squattrinati la cosa non è da prendere sotto gamba perchè ora la Cina dovrebbe reagire con vigore in qualità di stato neutrale. Che poi neutrale non è mai stata e lo sappiamo bene.
Parliamoci chiaro, non siamo scemi, la Cina non reagirà perchè dovrebbe non dico rompere l’amicizia senza limiti con putin, ma quantomeno raffreddarne il sostegno.
Ora facciamo fantapolitica: mettiamo il caso che davvero la Cina fosse un paese neutrale e mettiamo il caso che davvero non sapeva che ci sono suoi militari schierati nell’esercito russo, dovrebbe a questo punto essere seriamente infuriata verso la russia che le avrebbe negato l’informazione della presenza di mercenari cinesi coinvolti direttamente nella guerra. Queste ovviamente sono solo iperboli utili per capire che nel mondo immaginario degli unicorni e degli arcobaleni questo comporterebbe gravi turbolenze nei rapporti internazionali tra Cina e russia. Vivendo però nel mondo reale il prevedibile silenzio sull’argomento di Xi e soci confermerà solo il coinvolgimento cinese in guerra contro l’Ucraina e la sua totale non neutralità. D’ora in avanti, se ce ne fosse ancora bisogno, qualunque parola sull’argomento guerra da parte dell’establishment di Pechino è da considerarsi una balla spaziale.

zelensky x chinese prisoner
Il messaggio su X di Zelensky che conferma la cattura di due soldati cinesi

E la guerra degli scemi

In tutto questo calderone come ciliegina sulla torta veniamo alla madre di tutte le stupidaggini, la guerra degli scemi (dei dazi) avviata da Trump che sta destabilizzando le economie dell’intero pianeta.
Un regalo per putin ovvio, una scemenza tale che sta distraendo da tutti gli avvenimenti di portata colossale di cui abbiamo appena parlato.
Non ne voglio sminuire l’importanza e la serietà delle conseguenze che questa cosa si porterà dietro, vorrei solamente rifocalizzare il punto di attenzione.
Qui non si tratta di tassare le esportazioni di vino e di mozzarelle, cioè, non solo. Qui si tratta di una inutile perdita di tempo e di energie mentre tutti dovremmo concentrarci su come sostenere seriamente l’Ucraina, sugli investimenti per resuscitare la nostra produzione bellica, sui rifornimenti di armi a Kyiv. Bisogna parlare di come con questa mossa Trump abbia tracciato un confine tra gli USA e tutto il resto del mondo (come dicevamo ad esclusione della russia che non ha subito ritorsioni) e della possibilità seria per l’Europa di tornare ad essere non solo il parco giochi di russi e americani, ma il vero fulcro politico, economico e militare. Gli Stati Uniti si sono tirati fuori dal mondo con la loro pretesa di tornare al ‘700 con le fabbrichette a vapore e la manodopera interna a basso costo.
L’Europa non deve andare dietro a tutte queste scemenze, ma deve affrontare la questione con serietà e razionalità, cominciando dal non ascoltare minimamente le cavolate dei sovranisti e filoputiniani che abbiamo in casa. Abbiamo tutto per farcela a superare anche questa.

Dopo tutte queste parole, rimane un fatto: il filo rosso che unisce tutti questi punti è la russia. Fuori la russia e fuori i russi, fuori i problemi. E’ questa la nostra stella polare da seguire per uscire da tutto questo caos, è la medicina per curare tutti i mali del mondo: facciamo fuori la russia, armi, armi, armi e ancora armi all’Ucraina. Facile, no?

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