Sostituzione etnica nei territori occupati, come gli ucraini senza passaporto russo perdono la loro casa
Nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina la vita non è ormai più vita vera da un pezzo, assomiglia ogni giorno di più all’inferno in terra. L’Institute for the Study of War (ISW) ha pubblicato un interessante paper riguardante la sostituzione etnica forzata che i russi stanno conducendo negli oblast occupati. Che poi non è una novità, sono cose di cui abbiamo già parlato e che si riscontrano nelle testimonianze dei partigiani di Yellow Ribbon che operano in quei territori, ma è importante leggerlo per comprendere appieno quale pericolo stiamo combattendo e quale impatto devastante possano avere i russi sulle società che decidono di “liberare”. Parlare di sostituzione etnica e di genocidio in Europa oggi è un nostro preciso dovere etico, come lo è non abbassare mai la guardia su questi immondi crimini che i russi stanno perpetrando in Ucraina e che sarebbero pronti fin da subito a commettere anche in altre regioni europee.
Senza passaporto perdi la casa
In tutti i territori occupati i russi stanno esercitando una sistematica e ben studiata sostituzione etnica. Non sono operazioni spot, sono frutto di un complesso schema per russificare ogni centimetro quadrato delle città sotto il loro controllo per poter poi vantare il diritto di richiederne il riconoscimento ufficiale in ottica di una ipotetica negoziazione. Gli occupanti stanno infatti pubblicando sui registri ufficiali delle città delle liste di immobili classificati come “senza proprietario”. Anche (anzi soprattutto) se la casa appartiene ad un cittadino ucraino viene spesso considerata “senza proprietario”. In quest’ultimo caso i funzionari russi che controllano le città fanno quello che a loro riesce meglio da tutta una vita: falsificano documenti e manipolano la realtà. I documenti ed i registri catastali vengono contraffatti per privare delle loro abitazioni gli ucraini che non hanno ancora voluto abbassarsi a prendere il passaporto russo.
La procedura per richiederne la restituzione obbliga i legittimi titolari a presentare oltre ai documenti che ne attestino la proprietà anche il passaporto di mosca. Chi non presenta questo passaporto perde automaticamente il diritto di vantare i propri diritti sulla sua casa. Se non sei russo, perdi tutto. Fine dei giochi.
Che fine fanno le case sequestrate
Le case illegalmente sequestrate agli ucraini vengono nazionalizzate o depredate dai russi prima della nazionalizzazione stessa. Che sia uno o l’altro caso il risultato non cambia, gli immobili alla fine vengono venduti, anzi occupati abusivamente, dai russi, militari, parenti dei militari o collaborazionisti del regime occupante.
Questo per la russia ha due vantaggi: il primo è rappresentato dall’importante quantità di denaro che viene estratta dalla nazionalizzazione e dalla rivendita degli immobili illegalmente sequestrati. Il ricavato delle vendite viene poi utilizzato per sostenere l’economia interna della russia, in grave crisi.
Il secondo “vantaggio” è il sostegno alla russificazione delle aree occupate, la messa in atto di una vera e propria sostituzione etnica. Questo crimine imposto dal regime di mosca ha lo scopo di svuotare i territori temporaneamente occupati del più alto numero di cittadini ucraini, sostituendoli con russi provenienti dalla federazione, con russi di altre zone occupate o con gli ucraini che sono stati costretti a prendere il passaporto russo.
Per putin poter dimostrare che in quei territori sia presente una altissima maggioranza di cittadini russi è fondamentale per poterne rivendicare l’ingresso a pieno titolo nella russia e per giustificare la sua “guerra di liberazione”. Non fa niente se le evidenze sotto gli occhi di tutti dimostrano che per raggiungere questo scopo abbia messo in atto uno studiato e sistematico genocidio e se la russificazione di quelle aree è del tutto artificiale, tanto ci sarà sempre in giro gente come Witkoff pronta a sostenere la tesi del povero popolo russo del Donbas liberato dall’esercito di mosca.
Sostituzione etnica in Ucraina e noi
Il sequestro degli immobili dei cittadini ucraini in favore dei criminali moscoviti si accoppia alla perfezione con le recente leggi razziali emanate da putin che obbligano i cittadini ucraini “non regolarizzati” (leggi anche: senza passaporto russo) a doversi registrare oppure saranno costretti ad andarsene dalla russia (leggi anche: venire deportati).
Questi sono crimini osceni e rappresentano il punto di non ritorno di una intera società, quella russa, totalmente marcia e irrecuperabile. Come marci e irrecuperabili sono quelli che vogliono e anzi cercano di ristabilire dei rapporti normali con la russia. Marci e irrecuperabili sono i Trump, i Witkoff e tutti quelli che gli vanno dietro. Marci e irrecuperabili sono anche i cittadini comuni che piangono i morti di entrambe le parti o che, peggio, pensano che la russia non sia nostra nemica. Sono i collaborazionisti moderni, quelli che saranno ricordati come spalleggiatori (per denaro o per semplicità idiozia) di un regime inumano e criminale.
Genocidio, deportazione, sostituzione etnica sono tutti elementi chiave per capire la russia ed i russi di oggi. Anzi, genocidio, deportazione e sostituzione etnica SONO la russia ed i russi di oggi. Cedere alla tentazione di non essere più inflessibili verso il regime criminale di mosca, di alleggerire le sanzioni, di pensare che poi tutto tornerà come prima è semplicemente stupido e rende disumani anche noi che da sempre ci consideriamo una civiltà avanzata. Ci rende dei collaborazionisti.
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